Nell’intervista a Remo Bodei, “Geometrie del futuro”, apparsa su Il Mattino del 14 luglio a firma Salvo Vetrano, in occasione di una serie di lezioni tenute a Napoli, all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici intitolate “Pensare il futuro” leggiamo:
‘Dalla caduta del muro di Berlino alla dissoluzione dell’impero sovietico e all’attacco alle Torri Gemelle, il futuro è diventato sempre più opaco, si è rivelato imprevedibile, pieno di sorprese. Il tempo non è più pensabile come il procedere lungo una retta. […] Non possiamo più immaginarci di seguire una retta in cui s’era inserita, nella moderna civiltà occidentale, l’idea della necessità di un progresso’
Ciò comporta la dissoluzione del mito illuminista di un progresso continuo e illimitato.
‘Da quando cominciarono a sparire in Europa le grandi malattie epidemiche e a diffondersi nuove tecniche agricole. Via via, con la vaccinazione antivaiolosa, con i fratelli Montgolfier che nel 1783 conquistarono simbolicamente il cielo, si è sempre più diffusa l’idea che l’uomo potesse progredire illimitatamente, senza neanche l’aiuto di una provvidenza’.
Ma se il progresso non scorre più in un tempo linearmente definito, si accentua, per Bodei, la necessità di confrontarsi con le prospettive del futuro in modo non episodico.
‘Non possiamo farci illusioni sul futuro se non si affronteranno sul serio quattro grandi emergenze: quella demografica, quella di un’economia globalizzata che sfugge a ogni attuale previsione e regolazione, quella dello sviluppo tecnologico, in particolare per le biotecnologie, e quella dell’ambiente. L’accelerazione del tempo quotidiano, altra trasformazione che ha subito il tempo nella nostra epoca, spinge spesso invece i politici ad operare giorno per giorno, senza visioni di lungo periodo’.
Su Remo Bodei vedi il sito Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche