‘La crescente importanza dei sondaggi ha reso ancor più essenziale una attenzione specifica alla loro qualità scientifica e di realizzazione, accentuando il dibattito attorno a questi temi. Uno dei limiti principali dei sondaggi è costituito dalla scarsa informazione di chi risponde. Vengono posti infatti quesiti sui temi più diversi, che lÂ’intervistato spesso ignora totalmente o sui quali ha una conoscenza generica e approssimativa. Di conseguenza, le risposte sono spesso improvvisate o basate sul “sentito dire”. Per la verità, un problema analogo si pone spesso anche in occasione delle elezioni “vere”, ove si finisce di frequente con lo scegliere sulla base di mere impressioni, senza avere la possibilità (o, sovente, la voglia) di approfondire realmente le diverse proposte sottoposte agli elettori’.
Queste considerazioni le troviamo all’inizio dell’articolo di Renato Mannheimer apparso sul Corriere della Sera del 22 maggio con il titolo “I sondaggi su temi politici hanno acquisito sempre più …”
L’articolo di Mannheimer trae occasione dalla presentazione, avvenuta lunedì 26 maggio alla Camera dei deputati, del libro di James Fishkin “La nostra voce. Opinione pubblica e democrazia. Una proposta” (ed. Marsilio – I libri di Reset). Si veda in proposito la prefazione di Giuliano Amato al libro di Fishkin “Il sondaggio deliberativo, l’innovazione di Fishkin” [su www.caffeeuropa.it].
Il libro di Fishkin è stato commentato in una pagina de Il Sole 24 Ore del 22 maggio con due articoli di Fabio Carducci e Fabrizio Forquet.
Il primo “Antidoto contro l’ignoranza” è una intervista a Fishkin. Due stralci di questa intervista:
‘La democrazia deliberativa è pensata come un antidoto, o almeno un contributo, contro i rischi di populismo. Che provengono da due fronti: primo, il pubblico non è ben informato a proposito delle questioni su cui viene consultato e, in secondo luogo, vi sono gruppi auto-selezionati e non rappresentativi che cercano di parlare a nome di tutti gli interessati’.
‘La democrazia deliberativa è particolarmente utile in ogni circostanza in cui: 1) il pubblico non è già ben informato; 2) la massa del pubblico deve prendere una decisione, come i referendum; 3) può avere ottime informazioni, ma non è stato esposto agli opposti punti di vista su un argomento’.
Del secondo articolo, “Il fascino della democrazia del villaggio” riportiamo la parte che esemplifica in cosa consista il “metodo Fishkin”:
‘Ipotizziamo che il Governo italiano stia considerando un intervento legislativo sul tema dell’immigrazione. Una questione di grande interesse popolare, ma anche di difficile soluzione tecnica. Sarà, perciò, necessario intervenire con leggi popolari ma anche efficaci. Ecco allora che si ricorre a un esperimento di democrazia deliberativa. Viene selezionato un campione rappresentativo di popolazione di alcune centinaia di persone.
Quindi si effettua un primo sondaggio che servirà da riferimento. Ma siamo solo all’inizio. Quel gruppo di persone viene successivamente riunito in un luogo più o meno isolato. E qui per alcuni giorni viene impegnato in una serie di incontri e gruppi di lavoro con esperti di immigrazione, politici di diversa ideologia, amministratori pubblici. Al termine si rifà il sondaggio e lo si confronta con il primo. Il risultato finale serve di base alla deliberazione del potere politico. Non senza aver prima diffuso l’opinione del campione “informato” fra tutta la popolazione attraverso un’ampia copertura mediatica’.
Sul “metodo Fishkin” segnaliamo la punta di scetticismo espressa da Angelo Panebianco in “Una democrazia col fiato grosso” su Il Corriere della Sera del 25 maggio:
‘Fishkin propone il deliberative polling : l’esposizione di campioni selezionati di cittadini a una informazione massiccia e pluralistica sui vari temi di interesse pubblico al fine di favorire scelte consapevoli. Buona idea, detto per inciso, anche se un po’ di scetticismo è lecito. C’è molto di giusto nelle critiche al funzionamento della democrazia, tranne quando viene evocata un’età dell’oro (mai esistita).’
Per quanto riguarda il “metodo Fishkin” segnaliamo nel sito FGB la rassegna stampa del luglio 2002 “Dell’uso improprio del sondaggio, della sua carica deresponsabilizzante e dei possibili correttivi” e sul sito di Caffè Europa (che in pratica è il sito della rivista Reset) “Se non deliberi, come fai a decidere?”.