‘Perché Heisenberg, che era a capo del progetto tedesco per la costruzione dell’arma atomica, nel 1941 volle andare a Copenhagen, città occupata dai tedeschi, per far visita a Bohr, suo maestro e amico, metà ebreo e tutt’altro che filo-tedesco? Su questa domanda Michael Frayn ha costruito uno spettacolo che dal 1999 sta riscuotendo grande successo. Di “Copenhagen” l’editore Sironi pubblica ora il testo (Milano, pagg. 176, € 14,50) accompagnato dalla documentatissima prefazione di Frayn e da una nuova post-postfazione che rende conto di quanto è successo negli ultimi anni nel dibattito tra gli storici della scienza proprio in relazione alla pièce’.
L’incontro fra i due fisici, aveva dato luogo a due interpretazioni. Heisenberg, responsabile del progetto atomico tedesco, voleva avvertire Bohr, affinchè a sua volta ne rendesse edotti gli alleati, che il progetto tedesco era in fase avanzata, oppure, più semplicemente, chiedeva a Bohr di affiancarlo a superare le difficoltà tecniche per la realizzazione della bomba.
La pubblicazione di una lettera di Bohr sembra chiarire la questione. Ne parla lo stesso Michael Frayn nell’articolo “Nuove interpretazioni di Copenhagen”, pubblicato su il Sole 24 Ore dell’11 maggio.
Nel sito della FGB sono presenti alcuni documenti che riguardano l’argomento. Si vedano:
- “Copenhagen: il caso e il testo di Michael Frayn”, di Tommaso Correale Santacroce;
- Franco Rasetti e la responsabilità sociale dello scienziato (Rassegna stampa commentata di Gennaio 2002) di Vittorio Bertolini, nonché i documenti collegati indicati nella Rassegna stessa;
- Scienza, politica e società (on-line nella primavera 2002)
A Modena, al Teatro Storchi, fino al 25 maggio 2003, viene rappresentata la pièce teatrale di Frayn: si veda la segnalazione a pagina 10 degli Argomenti.