Nell’estate del 2005, un gruppo di esperti convocati dal Direttorato per la Ricerca della Commissione Europea si riuniva per rispondere all’esigenza di costruire una società della conoscenza, elaborando alcune raccomandazioni di policy finalizzate allo sviluppo di una nuova governance della scienza, per combattere la crescente sfiducia nelle tecnoscienze, favorire la coesione sociale, e supportare la prosperità e la competitività dell’Europa. Il report scaturito dal lavoro degli esperti – Taking European Knowledge Seriously, Wynne et al., 2007, la cui versione in italiano è stata curata da Fondazione Bassetti – ha rappresentato una tappa importante del percorso che ha portato a un nuovo modo di guardare al rapporto tra scienza e società, e che è sfociato, tra le altre cose, nello sviluppo dei principi e delle pratiche della Ricerca e dell’Innovazione Responsabili (RRI), nonché nel finanziamento di ricerche e pratiche in questo ambito.
Oggi, circa 20 anni dopo la produzione di quel report, l’attenzione al rapporto tra produzione, accesso, e valorizzazione della conoscenza trova spazio nella riflessione e nelle politiche europee sulla knowledge valorisation.
Costruire una società della conoscenza non può chiaramente prescindere da un interrogativo su dove, come, da chi e a quale scopo la conoscenza sia prodotta e utilizzata. Ed è proprio su questi temi che Fondazione Bassetti ha concentrato e concentra i propri sforzi, lavorando con istituzioni pubbliche e private, attraverso la realizzazione di progetti in grado di mettere in dialogo i diversi attori che operano nel mondo della ricerca e dell’innovazione, cittadini compresi. Tra questi c’è anche il progetto CO-VALUE, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito di Horizon Europe, di cui Fondazione Bassetti è partner, che ha come obiettivo quello di sperimentare dei meccanismi di valorizzazione della conoscenza che abbiano un accento in particolare sull’ingaggio dei cittadini.
Negli ultimi 15 anni il concetto di Knowledge Valorisation (KV) si è evoluto all’interno delle istituzioni europee. Allo stesso tempo, anche i principi e le pratiche dell’Open Science (OS) stanno contribuendo a rendere più permeabili i risultati e i processi di ricerca e innovazione. Da una condizione in cui la valorizzazione del sapere consisteva sostanzialmente nel management della proprietà intellettuale, nel trasferimento tecnologico dall’università all’impresa, e nelle attività di terza missione, si è oggi passati a una visione più ampia, in cui i diversi attori sociali (le diverse “eliche”: accademia, impresa, società civile e governance) contribuiscono in modo fondamentale a fare sì che i risultati di ricerca e innovazione siano funzionali ai bisogni e alle aspettative della società (co-valorisation). Con evidenti ricadute dal punto di vista delle risorse e delle competenze da mettere in campo, rendendo necessaria la sperimentazione di pratiche di co-valorizzazione.
Il progetto CO-VALUE si pone proprio l’obiettivo contribuire a diffondere la cultura e la pratica della co-valorizzazione, mettendo in campo due sperimentazioni pilota in due territori europei: la città di Alicante (in Spagna), con il supporto del Parco Scientifico di Alicante, e l’Emilia-Romagna, con il supporto di ART-ER, la Società Consortile dell’Emilia-Romagna che si occupa di sviluppo, ricerca e innovazione. L’iniziativa, coordinata da Stickydot, società belga partner di Fondazione Bassetti in diversi progetti europei, è partita nel 2024, in un momento particolarmente strategico per le politiche di Knowledge Valorisation della Commissione Europea. Proprio a marzo 2024, la Commissione Europea ha infatti adottato la “Raccomandazione su un codice di buone pratiche relativo al coinvolgimento dei cittadini per la valorizzazione delle conoscenze”, alla cui stesura ha contribuito anche Angela Simone, vicecoordinatrice per Fondazione Bassetti del progetto CO-VALUE.
Già nel 2021, la Commissione Europea aveva sviluppato e lanciato la Knowledge Valorisation Platform, un luogo virtuale per la condivisione di informazioni e la raccolta buone pratiche sul tema, tra cui è entrata anche la Giuria di Cittadini sulla Mobilità Intelligente Responsabile realizzata all’interno del progetto H2020 TRANSFORM, coordinato da Fondazione Bassetti.