Lo scorso 15 novembre si è tenuto presso Fondazione Giannino Bassetti l’incontro New philanthropy: crowdfunding societal challenges, un ricco e partecipato appuntamento organizzato insieme all’Università di Pavia per raccontare la piattaforma di crowdfunding Universitiamo, introdotta presso l’ateneo lombardo, e avviare una riflessione sugli aspetti di responsabilità ad essa connessi. Le testimonianze sono state anche confrontate con l’esperienza di crowdfunding del Comune di Milano, un’altra importante espressione di innovazione istituzionale.
In questo post rendiamo disponibile una sintesi dell’incontro a supporto dei video integrali e delle immagini dell’evento. A corredo anche una intervista a Arianna Arisi Rota e Ilaria Cabrini sulla piattaforma Universitiamo, pubblicata qualche tempo fa in questo stesso sito.
Indice della pagina:
- Video
parte 1:
Piero Bassetti, presidente Fondazione Giannino Bassetti; Fabio Rugge, Rettore Università di Pavia; Arianna Arisi Rota, Università di Pavia; Ilaria Cabrini, Università di Pavia; Renato Galliano, Comune di Milano
parte 2:
Ferdinando Auricchio, Università di Pavia; Piero Bassetti, Presidente Fondazione Giannino Bassetti; Fabio Rugge, Rettore Università di Pavia; Nora Bloise, Fondazione Umberto Veronesi; Emilio Girini, Studio Ghidini, Girino & Associati
parte 3:
Giovanna Riccardi, Università di Pavia; Gerardo Biella, Università di Pavia
parte 4:
Piero Bassetti, presidente Fondazione Giannino Bassetti; dibattito - Podcast – ascolta l’audio qui, oppure via iTunes, Google Play o Anchor FM
- Sintesi dell’incontro (a cura di Anna Pellizzone)
- Intervista ad Arianna Arisi Rota e Ilaria Cabrini, Università di Pavia
- Alcune fotografie dell’incontro
Sintesi
L’incontro, moderato da Francesco Samorè, si è aperto con una riflessione di Piero Bassetti sulla forza innovativa del crowdfunding rispetto all’accumulazione del capitale, che passa dall’essere affidata al risparmiatore all’essere affidata all’operatore, in questo caso il ricercatore, che assume un ruolo attivo nella raccolta delle risorse, garantendone implicitamente la produttività. “Un’esperienza di questo tipo fatta in sede universitaria – riflette Bassetti – dice un’altra cosa: che il pensiero può farsi finanziare dai pensanti, cioè spiritualizza il problema dell’accumulazione capitalistica”.
Il rettore dell’Università di Pavia Fabio Rugge ha quindi introdotto il progetto Universitiamo e ha sottolineato come esso sia certamente importante non solo per i risultati economici, che ci sono, ma anche e forse soprattutto per aprire l’università al pubblico, per creare comunità e per dare ulteriori fonti di stimolo ai ricercatori stessi.
Arianna Arisi Rota, docente, storica, dal 2013 delegato del Rettore dell’Università di Pavia al fundraising istituzionale ha raccontato la genesi del progetto, che ha al centro il dialogo con la società civile e con chi può essere interessato al lavoro che si fa dentro l’accademia. Questo dialogo avviene attraverso una piattaforma digitale destinata al crowdfunding, di proprietà dell’università, creata per l’università, gestita dell’università, che segue anche il processo di selezione dei progetti da includere in piattaforma, facendosi così garante della qualità e della serietà delle iniziative ammesse al finanziamento, che vanno dall’ambito umanistico a quello delle scienze dure.
Universitiamo nasce così nel 2014 ed è l’unica piattaforma di questo tipo non solo in Italia, ma in Europa, mentre un modello simile è stato attivato dall’Università di Berkeley.
“Con il crowdfunding – ha spiegato Arisi Rota – abbiamo rinforzato la nostra comunità e abbiamo avuto grandi benefici che vanno oltre quelli del finanziamento. Ci siamo messi tutti in gioco e siamo andati nelle piazze”. Adesso l’Università vorrebbe alzare l’asticella e lanciare la raccolta fondi internazionale Making Bridges. “In questo senso siamo una comunità glocale, perché abbiamo base a Pavia, ma finanziare una progettualità significa finanziare una rete mondiale di ricercatori, con cui il donatore più mettersi in contatto”.
Anche Ilaria Cabrini, Responsabile Fundraising Unit Staff Rettorato e Direzione Generale Università degli Studi di Pavia, ha sottolineato la dimensione locale e allo stesso tempo nazionale e internazionale di Universitiamo. “La piattaforma ha ospitato 60 progetti e complessivamente ha portato alla raccolta di quasi un milione di euro e a 300 eventi di public engagement che hanno visto protagonisti la comunità pavese e lombarda, ma non solo. Anche altre università stanno cominciando a interessarsi a queste attività e ci siamo aprendo al crowdfunding civico”. In questa direzione, ha quindi spiegato Cabrini, il restauro di San Michele sarà un momento cruciale, una forma di restituzione alla cittadinanza e ai donatori.
La serata ospitata da Fondazione Bassetti si è quindi aperta alle testimonianze dei ricercatori che hanno aderito alla piattaforma con i propri progetti e ad altri attori che operano nel settore del crowdfunding.
Renato Galliano, responsabile della Direzione Economia Urbana e Lavoro del Comune di Milano, ha portato l’esperienza del crowdfunding civico del capoluogo lombardo. La Direzione di cui è a capo si occupa di attivare, accompagnare e supportare processi di sviluppo in ambito urbano basati sull’innovazione e sull’inclusione. Tradizionalmente queste attività sono finanziate e selezionate attraverso dei bandi e valutate da una commissione, che decide a quale progetto assegnare i fondi. “A un certo punto – ha raccontato Galliano – spostandoci anche verso progetti ibridi, di carattere economico e sociale, cioè a favore di cittadini, di un pezzo di città, abbiamo pensato che andasse migliorato l’engagement delle comunità di riferimento e il crowdfunding ci sembrava potesse raggiungere questo obiettivo”.
Naturalmente al crowdfunding possono partecipare progetti civici, con caratteristiche precise: dei 54 progetti presentati, 22 rispondevano a quello che il Comune stava cercando e a questi 22 è stata data possibilità di essere caricati su piattaforma (Eppela). Ai progetti che hanno raggiunto il 50% dei finanziamento, il Comune ha garantito un cofinanziamento per il restante 50%. Tra questi, per fare un esempio tra i tanti, il progetto Medicinema, una sala cinema all’interno del Niguarda, per pazienti e care-giver.
Come ha spiegato Galliano, questi progetti sono molto significativi per il Comune, per diverse ragioni. Certamente per il metodo attraverso cui sono stati finanziati, nel senso che il crowdfunding democratizza il processo di selezione attraverso il coinvolgimento della comunità di riferimento che poi i servizi deve utilizzarli. Ma un altro aspetto molto interessante, oltre all’impatto molto positivo che stanno generando sul territorio, è che essi nascono radicati e che hanno già un mercato nel momento in cui partono.
Il crowdfunding è in questo senso un interessante esperimento di creatività istituzionale.
A questi interventi ha fatto seguito il racconto di una serie di docenti e ricercatori dell’Università di Pavia che si sono messi in gioco attraverso Universitiamo. Il Professore Ferdinando Auricchio, che insieme al suo team si è sperimentato nel finanziamento di un progetto legato alla stampa 3D in ambito biomedicale ha sottolineato che, oltre all’aspetto economico (sono stati raccolti 70 mila euro, il 120% di quanto preventivato), il crowdfunding ha avuto un ruolo fondamentale per il gruppo di ricerca. L’esperienza, che Auricchio ha definito “non banale, ma molto coinvolgente è arricchente”, ha portato i ricercatori sul territorio, dando nuovi spunti di riflessione, talvolta evidenziando la possibilità di trasformare alcune iniziative in attività imprenditoriali. Come ha descritto il Rettore Rugge, un aspetto importante di questa esperienza “è la galvanizzazione della comunità interna attorno al progetto”.
Qualcosa di molto simile fa parte anche del racconto di Nora Bloise, che è invece entrata in piattaforma con un progetto sulla nanomedicina per la lotta al tumore al seno. In particolare, secondo l’esperienza della ricercatrice dell’Università di Pavia, che collabora con la Fondazione Umberto Veronesi, l’esperienza con Universitiamo è stata fondamentale per spingere i ricercatori a uscire dal laboratorio ed entrare in contatto con i cittadini. Le attività di divulgazione portate avanti in questo contesto hanno permesso agli scienziati non solo di sperimentarsi nel fare informazione in modo semplice e corretto, ma anche di superare alcune frustrazioni che inevitabilmente fanno parte del lavoro del ricercatore. E le attività di informazione, ha sottolineato Bloise, vanno avanti ancora adesso, soprattutto attraverso i social media.
Il progetto di Giovanna Riccardi, microbiologa, è stato uno dei primi a entrare in piattaforma ed è stato dedicato alla lotta alla tubercolosi, una patologia non più endemica in Italia, ma ancora presente in alcuni Paesi dell’est e in Africa, che deve fare i conti con il problema della farmacoresistenza. Proprio per questo, la ricerca di nuove molecole in grado di combatterla è molto importante.
Nel suo appassionato racconto, Riccardi ha evidenziato come il crowdfunding sia anche un’opportunità per mettere a terra la propria rete di contatti e avvicinare amici e conoscenti al proprio lavoro. Certamente totalizzante e impegnativa, la campagna è stata un enorme successo e ha coinvolto imprenditori locali, organizzazioni della società civile e singoli cittadini. Grazie anche al sostegno di alcuni donatori di particolare rilievo, tra cui alcune imprese che si sono dimostrate sensibili all’argomento, l’obiettivo di finanziamento è stato ampiamento raggiunto e superato.
Gerardo Biella, docente di fisiologia ha invece raccontato l’esperienza di La cura in una cellula, un progetto finanziato dalla piattaforma Universitiamo dedicato alla ricerca e alla cura delle malattie neurodegenerative, un problema clinico e socio-assistenziale di enorme portata. Anche in questo caso, gli eventi ricreativi e divulgativi organizzati sono stati molti, ma Biella ha tenuto ha sottolineare l’importanza di comunicare in modo onesto e trasparente, senza alimentare false speranze. “Compito del ricercatore – ha evidenziato – e della comunità tutta è proteggere queste persone. Con questi presupposti siamo partiti”.
Emilio Girino, esperto di terzo settore e mecenatismo aziendale e presidente dell’Associazione Alunni Collegio Ghislieri, ha condiviso una riflessione sul crowdfunding e sul fundraising a partire dalla sua esperienza di avvocato e di persona attiva nel settore dell’equity crowdfunding. Come ha sottolineato Girino, il crowdfunding ha la caratteristica di “polverizzare” la raccolta dei fondi, e quindi amplia la base di raccolta, ma ha anche due grossi svantaggi: la prima è che le cifre sono piuttosto basse e la seconda è che non si crea una fidelizzazione del donatore, cosa che invece si ottiene con lo sponsor, oggi molto più richiedente rispetto a qualche tempo fa. Se un tempo il contributo veniva dato senza chiedere nulla in cambio, oggi servono progettualità, restituzione e, appunti, fidelizzazione, che si ottiene coinvolgendo il donatore nella comunità. In tutto questo, ha evidenziato l’avvocato, sarebbe opportuno garantire che la base imponibile del terzo settore rimanesse bassa, garantendo una bassa tassazione dei finanziamenti degli sponsor.
A proposito di polverizzazione, Maurizio Bettiga, Chalmers University, ha portato all’attenzione una questione centrale per Fondazione Bassetti: “se polverizziamo la fonte della risorse, polverizziamo anche la fonte dove la decisione su dove le risorse vengono indirizzate e quindi spostiamo la responsabilità da organismi istituzionali che prendono le decisioni a titolo istituzionale alla folla”. Il meccanismo è da una parte molto democratico, dall’altra espone al rischio dell’uno vale uno e al rischio che, essendo polverizzata, la responsabilità finisca con il non essere presa del tutto.
Allo stesso tempo, ha sottolineato Bassetti, proprio perché molto potente e di successo, il crowdfunding deve essere avvertito delle sue connessioni con il mondo macro, che entrerà certamente nel discorso, perché di fatto siamo di fronte a una innovativa disintermediazione del sistema finanziario.
Qualche immagine dell’incontro:
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