La Settimana Europea per la Sostenibilità Energetica e l’impegno dei cittadini.
L’attenzione dell’opinione pubblica nei confronti delle questioni ambientali è aumentata in modo consistente negli ultimi cinque anni, tanto da essere avvertite come prioritarie e richiedere interventi della politica a livello nazionale ed europeo. Tutto ciò è testimoniato dalle principali indagini demoscopiche che hanno messo in luce un dato rilevante: le preoccupazioni ambientali si rivolgono a fenomeni locali e globali con pari intensità (1). Ma come la pensano gli italiani?
Tra le principali questioni di interesse pubblico, il cambiamento climatico è considerato il problema più rilevante a livello mondiale subito dopo la povertà dei paesi meno sviluppati. Gli Italiani traggono questa convinzione dall’esperienza personale che li conduce a constatare come negli ultimi anni l’aumento della temperatura e il conseguente mutamento dei cicli stagionali siano l’evidente effetto del surriscaldamento globale. Si tratta di considerazioni che sono molto più rilevanti dei dati forniti dagli esperti e dalle associazioni ambientaliste. Pertanto, l’esperienza diretta dei cittadini è in grado di orientare atteggiamenti e opinioni sino a incidere sui comportamenti.
A questo proposito varie indagini segnalano che di fronte alle emergenze ambientali gli italiani non sono affatto rassegnati. Più della metà ritiene infatti che sia necessario un impegno personale che aumenti la responsabilità attraverso azioni come il consumo critico, l’adesione ad associazioni e l’utilizzo di energie alternative (2).
Questo tipo di indirizzo si avvicina alle misure che l’Unione europea da tempo ha varato per favorire uno sviluppo sostenibile nel campo dell’energia, un tema che sarà oggetto di numerosi convegni e iniziative nell’ambito della Settimana Europea per la Sostenibilità Energetica (Eusew – European Union Sustainable Energy Week).
I dati rilevati negli ultimi due anni dall’Osservatorio Scienza-Società di Observa, confermano che anche gli Italiani sono consapevoli del problema energetico riconoscendolo come elemento critico a livello globale e non solo nazionale. A loro giudizio questa situazione è causata da eccessivi consumi e, secondariamente, dalla scarsità delle fonti e dai conflitti in cui sono coinvolti i paesi produttori. Allo stesso tempo riscuote crescenti favori tra gli Italiani la possibilità di sperimentare nuove strade per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico, ed è evidente che non si tratta più di una questione rinviabile ai decisori pubblici e al sistema, ma si accoglie l’idea che i comportamenti individuali possano essere fattori efficaci di cambiamento. Ecco allora che quattro Italiani su dieci sarebbero disponibili a utilizzare impianti alternativi per la produzione di energia ad uso domestico e altrettanti vorrebbero ridurre i consumi.
La tendenza ad una maggiore assunzione di responsabilità individuale è confermata dalle aspettative nei confronti del governo. Si preferiscono le misure di sviluppo e ricerca nel campo delle fonti alternative e le forme di incentivazione per l’utilizzo di dispositivi che utilizzano fonti rinnovabili di energia, mentre si considerano con sospetto le misure punitive e sanzionatorie.
In generale, dunque, la preoccupazione per i problemi energetici si accompagna ad un desiderio di modificare comportamenti poco virtuosi adottando soluzioni innovative. Questa tendenza sembra confermare quanto si proponeva sin dal 1997, in un rapporto della Royal Society inglese sul consumo sostenibile: “la necessità di cambiamenti significativi negli stili di vita dei paesi più sviluppati”. Un orientamento da verificare con attenzione in vista di nuove politiche nel campo dell’energia e della sostenibilità ambientale in generale.
(1) EC, DG Environment, Attitudes of European Citizens towards the environment, Eurobarometer 295, Wave 68/2, Bruxelles, 2008.
(2) Coesis-Acli 2003.