Rassegna stampa
commentata da Vittorio Bertolini [ * ]

Dicembre 2001 - Secondo numero
[29 dicembre 2001: aggiornamenti nei links]

Guglielmo Marconi

Guglielmo Marconi e la "realizzazione dell'improbabile"

 Riferimento: 
  •  Da: P. Bassetti, "Quale impresa per la sfida evoluzionista"scritto.gif (934 byte)
    «(...) Basta però riflettere un momento su che cosa è oggi l'innovazione per accorgersi che ulteriori passi, lungo questa strada, a noi non sono affatto preclusi. Se se ne assume come definizione quella di "realizzazione dell'improbabile" e la si concepisce come la combinazione, o l'applicazione, dei prodotti della scienza ai prodotti del capitale, non si tarda a scorgere che innovare altro non è se non combinare i frutti del lavoro pregresso - cioè il capitale - con i frutti del pensiero pregresso - cioè le ultime scoperte, non solo scientifiche - in modi di produrre capaci di incontrare le nuove potenzialità esistenti non già sul mercato - perchè in quel caso non di innovazione si tratterebbe - bensi nella vicenda culturale, sociale, storica nella quale siamo tutti immersi. E' qui, attorno a questo gioco sull'improbabile, nell'invenzione di nuovi prodotti e di nuovi modi di produrli che l'imprenditore riacquista spazi di libertà altrimenti perduti da quando come osservano Galimberti e Severino, con la fine dell'età pre-tecnologica il "fare" ha cessato di essere "arte" ed è diventato "produzione" (Umberto Galimberti, Psiche e techne. L'uomo nell'età della tecnica, Feltrinelli, Milano, 1998, p. 404; Emanuele Severino, Il destino della tecnica, Rizzoli, Milano, 1998). Da quando cioè si inventano e si finanziano tecnologie innovative che non necessariamente assumono, nè potrebbero, l'improbabile all'interno del mercato dato. L'improbabile è infatti tale se include la possibilità del mutamento dei parametri precedentemente vigenti su quello stesso mercato. Questa è la vera innovazione. Questo è l'aspetto nuovo che lega l'innovazione dell'impresa moderna non soltanto alle dinamiche propriamente economiche espresse dal mercato - nei parametri del suo calcolo attuale - ma che, collegandola alla scienza e alle dinamiche della tecnologia, le conferisce un potere di cambiamento dei modi di organizzazione del mondo che fino a ieri era esclusivamente della politica. In sostanza, che libera l'impresa (e l'imprenditore) dal mero determinismo di un'economia di mercato di tipo statico senza pretendere di trasformarla in un soggetto meramente politico.»

"È perfettamente esatto e confermato da tutta l'esperienza storica che il possibile non verrebbe mai raggiunto, se nel mondo non si ritentasse sempre l'impossibile". Questa proposizione di Weber, che si integra perfettamente con la definizione di innovazione come "realizzazione dell'improbabile" (cfr. in questo sito: Piero Bassetti, "Quale impresa per la sfida evoluzionista?"scritto.gif (934 byte)), è una chiave di lettura adeguata per ricordare il centenario della trasmissione attraverso l’Atlantico di un segnale radio, realizzato il 12 dicembre 1901 da Guglielmo Marconi.

Illustrazione pubblicata sul settimanale "La Domenica del Corriere", che rappresenta Marconi nell'atto di effettuare gli esperimenti di trasmissione attraverso La Manica (1899). (Collezione Cassoli) [tratta dal sito della Fondazione Marconi - www.fgm.it]Ovviamente "impossibile" e "improbabile", vanno letti non in senso strettamente tecnico (impossibile è impossibile) ma con quel minimo di vaghezza consentito dall’uso quotidiano del linguaggio.

Infatti, la trasmissione via etere di impulsi radio che potessero superare le colline e perfino la curvatura terrestre era, secondo i canoni scientifici dell’epoca, impossibile. Scrive Giovanni Maria Pace nell’articolo di La Repubblica del 12 dicembre: «in quell'epoca i fisici sono ancora convinti che gli impulsi radio si propaghino in linea retta, fino a perdersi negli spazi siderali, e non possano quindi seguire la curvatura della Terra».

«All'epoca infatti nessuno, neppure Marconi, aveva idea dell'esistenza e delle proprietà della ionosfera, quella zona ionizzata dell'atmosfera che circonda la Terra e riflette le onde elettromagnetiche come uno specchio». Cfr. Umberto Bottazzini, Il Sole 24 Ore 9 dicembre.

Ciò non significa però che i processi innovativi non siano altro che gli esiti casuali della caparbietà di qualche "dilettante di genio". L’"impossibile" o l’"improbabile" della scienza dipende dallo stato hic et nunc di una certa teoria. Rendere possibile l’impossibile consiste (anche) nel cogliere nell’hic et nunc di una teoria quelle parti non ancora consolidate e interpretarle secondo nuove intuizioni. Nella chiusura ad un commento precedente "Dulbecco e il gene egoista" avevo scritto (perdonate l’autocitazione) «Ma forse l’innovazione è… la scoperta del non previsto (che non è affatto il non prevedibile)».

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The first wireless factory, Hall St. Chelmsford.
(immagine tratta dal sito dedicato al centenario di Marconi)

«Il fisico tedesco Heinrich Hertz dimostrò che non solo la luce, ma anche altre radiazioni sono in realtà onde elettromagnetiche che si propagano nello spazio come la luce. E come la luce interferiscono tra loro. E possono essere riflesse, rifratte, diffratte» scrive Romano sull’Unità dell’11 dicembre. Agli inizi del secolo terminato da poco, la fisica degli strati superiori dell’atmosfera era ancora abbastanza sconosciuta. Per esempio era ancora presente l’ipotesi dell’etere. Antonio Socci, su Il Giornale del 20 luglio, nel riportare la storia della formula E=mc² scrive: «De Pretto era arrivato a quell'equazione basandosi sulla teoria dell'etere che è esattamente il fattore che Einstein intendeva eliminare».

radio-a-valvole.jpg (40526 byte)Guglielmo Marconi, che non aveva compiuto studi regolari, non possiede una cultura accademica, ma forse proprio per questo, come scrive Giovanni Maria Pace nell’articolo di Repubblica citato sopra, «ha una freschezza di pensiero che gli accademici non possiedono e si rende conto che le onde hertziane possono venire riflesse dalla ionosfera, in una serie di rimbalzi aria-terra che avvengono alla velocità della luce. Forte di questa intuizione, Marconi procede, dall'età di 17 anni, a una serie di esperimenti che culmineranno nell'impresa del 1901».

Non è, come scrive Romano nell’articolo dell’Unità, che «i fisici, nonostante la superba e veritiera teoria di Maxwell, avevano torto». E infatti Marconi non ha per nulla falsificato i fondamenti della fisica precedente, ha però avuto il merito di intuire che nell'alta atmosfera c’era un qualcosa completamente trasparente alla luce visibile ma che era capace di rifrangere altri tipi di onde elettromagnetiche.

Può anche darsi che nell’esito positivo dell’esperimento del 1901 ci fosse una forte componente di fortuna, come si può leggere nella corrispondenza da Londra di Paolo Passerini apparsa su La Stampa dell’11 dicembre. «Calcolata distanza e tipo di trasmissione, l´esperimento appare matematicamente impossibile. (…) nonostante i dubbi, c´è una spiegazione scientifica: la sua trasmittente era potente e, inoltre, a differenza delle radio di oggi non doveva mandare un segnale molto preciso. E´ possibile che, senza saperlo, Marconi abbia usato un segnale a onde corte».

Da Fleming a Penzias, la casualità ha sempre giocato un ruolo importante nelle scoperte scientifiche, se non altro per il fatto che quando ci si muove in campi ancora inesplorati è facile imbattersi nel nuovo; è merito allora della "virtù" dello scienziato, nuovo principe machiavelliano, estrarre dalla "fortuna" della scoperta l’invenzione e l’innovazione.

 Links: 
  • Scheda su Marconi (Microsoft® Encarta® Enciclopedia Online 2002)new.gif (896 byte)[29 dicembre 2001]
  • Biografia di Marconi [sul sito www.nobel.se]
  •  Fondazione Guglielmo Marconi
  • Marconi in the National Inventors Hall of Fame <www.invent.org>
  • U.S. Marconi Museum
  • Marconi in People and discoveries- A Science Odissey, su <www.pbs.org/> (PBS, headquartered in Alexandria, Virginia, is a private, non-profit media enterprise owned and operated by the nation's 349 public television stations).
  • Marconi in Old Radio and Digital World <www.etedeschi.ndirect.co.uk/index.htm>
  • La radionew.gif (896 byte)[29 dicembre 2001]
    - Ascolto radiofonico
    - Radio e subculture
    - Flusso radiofonico
    (Microsoft® Encarta® Enciclopedia Online 2002)
  • Pagina dedicata alla radio, a cura di Andrea Borgnino e Angelo Brunero [su www.alpcom.it]new.gif (896 byte)[29 dicembre 2001]

Poco più di due mesi fa abbiamo ricordato il centenario della nascita di Enrico Fermi (" Enrico Fermi, sottotitolo: "Beati gli scienziati che non hanno bisogno di essere eroi' "). Oltre che kitsch, sarebbe oltremodo fuorviante voler fare dei paragoni. Le diversità fra Marconi e Fermi sono troppo rilevanti, tuttavia sia nella storia di Marconi che in quella di Fermi dobbiamo a malincuore constatare che ambedue gli scienziati per portare avanti le loro ricerche si sono dovuti allontanare dall’Italia. Le ragioni di questi "esilii" sono innumerevoli e vanno dall’insofferenza per le pastoie burocratiche all’insofferenza per leggi liberticide. Ma esiste anche un fattore di fondo che solo raramente viene preso in considerazione, e cioè che la cultura italiana nelle sue componenti di fondo era impermeabile ai valori della cultura scientifica. Scrive G. M. Pace riguardo a Marconi, «In Italia fu guardato dagli accademici con una certa dose di diffidenza. Cinque università inglesi e sei americane gli conferirono lauree ad honorem. Solo due atenei italiani Bologna e Pisa gli tributarono il massimo alloro». Non credo sia del tutto casuale che proprio negli anni in cui Marconi conduceva gli esperimenti più significativi era in pieno sviluppo la polemica che opponeva Croce a Federigo Enriquez, conclusasi con la sconfitta di quest’ultimo e un conseguente effetto negativo sulla diffusione e il prestigio della cultura scientifica in Italia. E’ noto d’altra parte che ai tempi di Fermi il dominus della cultura accademica italiana era Giovanni Gentile, che riguardo alla cultura scientifica non aveva idee molto difformi da quelle di Croce.

E forse questo è vero anche oggi se, come sembra, nella riforma della riforma della scuola è stato ventilata la soppressione della matematica e della chimica nel nuovo liceo classico.

(20 dicembre 2001)

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[*]Vittorio Bertolini (right-sfondochiaro.gif (838 byte)Scheda biografica) collabora con la Fondazione Giannino Bassetti

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