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Zone oscure della conoscenza, percorsi luminosi di idee parallele a quelle comuni, fissazioni e fugaci pensieri organizzati, altre possibilità di visione della realtà... come tracciare una sorta di linea lungo i confini selvaggi del pensiero?
I. Raymond Queneau (1903 - 1976) negli anni Trenta intraprese uno studio su una schiera di fous littèraires che piano piano lo portò a formare un'opera intolata Enciclopedia delle scienze inesatte. I fous littèraires nella accezione queniana sono autori editi i cui pensieri si discostano radicalmente da ogni altro già espresso nelle società in cui vivono.
L'opera, di spirito surrealista, rimarrà inedita, ma lo studio di questi autori, parzialmente confluito nel romanzo Les enfants du limon (1938), produrrà settecento pagine di manoscritto mai concluso. L'Enciclopedia delle scienze inesatte, nata dal gusto per l'insolito e il bizzarro, raccoglieva scritti che toccavano i più vari argomenti (matematica, linguistica, medicina, botanica...) e si divideva in due parti: una metodica e una storica.
II. Ispirandosi al progetto di Queneau, Paolo Albani e Paolo Della Bella hanno composto l'Enciclopedia delle scienze anomale (Zanichelli, 1999), raccogliendo come per una collezione: "scienze (il termine è usato in un'accezione "bassa", per indicare semplicemente uno studio condotto in modo sistematico su un particolare argomento o problema) il più delle volte abbozzate in forma di "modesta proposta", frutto delle farneticazioni di "mattoidi scienziati" (...); scienze partorite dalla sofisticata e dirompente creatività di scrittori e artisti (...); scienze o discipline non riconosciute, marginalizzate e discriminate (...); scienze dimenticate perché ritenute erronee, scomparse, abortite; scienze occulte, magiche, ma anche "potenziali", ovvero al confine di altre scienze." (Albani - Della Bella) E poi teorie fantasiose, congetture e ipotesi strane anche di scienziati e studiosi di notevole fama, tesi insostenibili, "belle", inconsuete.
L'Enciclopedia si divide in Scienze anomale (Alternative, Potenziali, Occulte, Dimenticate) e in Scienze improbabili (Eteroclite, Letterarie, Comiche, Utopiche). Alcuni esempi (uno per ogni genere): Omeopatia, Limitologia, Parapsicologia, Frenologia, Dominatmosferologia, Elegantologia, Spropositologia, Fantascienza; ma anche ecologia della mente, nimbologia, divinazione, internetologia, grafologia, teoria dei saperi possibili...
Forse Queneau. Enciclopedia delle scienze anomale è una di quelle letture che permettono al proprio pensiero di scivolare a fianco del proprio scorrere normale, in modo da darci una prospettiva del mondo tutta particolare. Ci permette di dare quello scarto che ci aiuta a osservare quel che pensiamo di solito, di sederci sullo scoglio e vedere la costa dei nostri pensieri. È come cercare di porsi ai confini dello scibile, è una questione di identità, o di possibili identità. Come chiedersi: "ma cosa può pensare un uomo?" senza subito rispondersi "che domanda insensata!"
III. Una pratica forse frequentata dai componenti dell'OuLiPo (Ouvroir de Litterature Potentielle), opificio ludico che raccolse numerose adesioni (tra le quali quella di Georges Perec e Italo Calvino), moltiplicandosi e diffondendo la pratica (non solo in letteratura ma anche in pittura e musica) del gioco e la "restrizione" come principali generatori di forme artistiche.
"La prima riunione dell'OuLiPo (Ouvroir de Littérature Potentielle), fondato da François Le Lionnais e Raymond Queneau, si svolse il giovedì 24 novembre 1960, nella cantina del ristorante "Il Vero Guascone" a Parigi. Storicamente l'OuLiPo è una delle Sottocommissioni di Lavoro del Collegio di Patafisica, "scienza delle soluzioni immaginarie" architettata da Alfred Jarry.
Come si deduce dal nome del gruppo, gli oulipiani si occupano di "letteratura potenziale", ovvero di una letteratura che al momento non esiste, ancora da farsi, da scoprire all'interno di opere già scritte o da inventare attraverso l'uso di nuove procedure linguistiche, attraverso il rispetto di regole, vincoli, costrizioni, come ad esempio scrivere un testo senza mai usare una determinata lettera.
Per questi signori, per lo più matematici e scrittori, la costrizione (contrainte) è uno strumento creativo, paradossalmente "un inno alla libertà d'invenzione", capace di allargare le "potenzialità visionarie" di uno scrittore, di risvegliare in lui, come dice Calvino, "i demoni poetici più inaspettati e più segreti". E poi esiste sempre la possibilità di "une légère dérive" in grado di distruggere il sistema delle regole, uno scarto giocoso e liberatorio che Perec chiama clinamen (nella fisica epicurea, una deviazione spontanea e imprevista degli atomi).
Sotto i buoni auspici della letteratura "à contraintes", sono nati gli Exercices de style di Queneau, La vie mode d'emploi di Perec e Se una notte d'inverno un viaggiatore di Calvino." (tratto dal sito di Paolo Albani)
In Italia attivissimo è l'Opificio di Letteratura Potenziale (OpLePo), fondato nel 1990 da Ruggero Campagnoli, Domenico D'Oria e Raffaele Aragona. "L'OpLePo si occupa, lungo la strada aperta in Francia dall'OuLiPO, della produzione di strutture letterarie. In chiave oplepiana, le strutture letterarie sono formate da regole che consentono la produzione di testi, sia direttamente, sia in trasformazione di testi già esistenti. Per produrre testi sono necessarie restrizioni. Le restrizioni ritagliano variabili testuali finite nell'infinito testuale sempre possibile." (Ruggero Campagnoli citato in Attenzione al potenziale! a cura di Brunella Eruli, Marco Nardi Editore, 1994)