Nuova scienza e nuova politica (testo di Piero Bassetti) -- New science and new politics (by Piero Bassetti) [1/03/05]
( 22 Febbraio 2005 )
( scritto da
Redazione FGB
)
- Permalink -
(usare questo link per puntare direttamente a questo item degli Argomenti)
In English [1/03/05] : see below, in the column at the right side
Aggiornato il 23/02/05 nei riferimenti riguardanti il Principio di precauzione:
VAI all'aggiornamento
«L'istante dopo Alice attraversava lo specchio»
(fai clic sul link per andare al capitolo del libro)
Titolo originale: "Through the Looking-Glass and What Alice Found There".
Quest'opera di Lewis Carroll, del 1871, riprende l'eroina di "Alice's
Adventures in Wonderland" in un ulteriore viaggio di fantasia.
Il testo integrale di "Attraverso lo specchio" (grazie a Liber Liber)
(le due immagini qui a fianco sono illustrazioni di John Tenniel, dell'edizione originale).
|
«Through the Looking-Glass»
(click on the link to go to the chapter of the book)
Original title: "Through the Looking-Glass and What Alice Found There".
This book, written by Lewis Carroll in 1871, takes the heroine of "Alice's Adventures in Wonderland" on another journey into the world of the imagination.
Unabridged text of "Through the Looking Glass" (courtesy of Liber Liber)
(the two illustrations at the side are by John Tenniel, from the first edition).
|
Le immagini qui sopra rappresentano alcune citazioni presenti nel saggio "Nuova scienza e nuova politica", che Piero Bassetti ha scritto per il quinto e
ultimo volume, intitolato "Scienza e tecnologia al di là dello
specchio", della collana La Nuova Scienza a cura di Umberto Colombo e
Giuseppe Lanzavecchia (Libri Scheiwiller, Milano 2004).
"Al di là dello specchio" è il libro di Lewis Carroll dal
quale sono tratte le due illustrazioni che rappresentano Alice e che
evidentemente ha ispirato il titolo del volume della Scheiwiller. Attorno ad Alice che passa attraverso lo specchio sono rappresentati: il cannocchiale di Galileo e il
ritratto del celebre scienziato; a destra in alto Ulrich Beck e, subito
sotto, Richard R. Nelson; a sinistra Joseph Schumpeter e,
più sotto, Bruno Latour (tutti citati nel saggio di Bassetti).
Per leggere il testo del saggio fai clic qui.
Qui di seguito trovi invece una scelta di alcuni suoi brani.
Buona lettura !
|
The above images illustrate some of the references made in the essay "New science and new politics" written by Piero Bassetti for the fifth and last volume, "Scienza e tecnologia al di là dello specchio", of the series La Nuova Scienza, edited by Umberto Colombo and Giuseppe Lanzavecchia (Libri Scheiwiller, Milan 2004).
"Through the Looking Glass" is the book by Lewis Carroll from which the two pictures of Alice are taken. It is evidently the inspiration behind the title of the book published by Scheiwiller. Around Alice as she passes through the looking glass we can see: Galileo's telescope and a portrait of Galileo himself and, at the top right, Ulrich Beck, with Richard R. Nelson immediately underneath. To the left we have Joseph Schumpeter and, lower down, Bruno Latour (all mentioned in Bassetti's essay).
To read the essay, click here
Below, you can find a selection of excerpts from the essay.
Enjoy your read !
|
Brani tratti da "Nuova scienza e nuova politica":
E' ormai
sicuramente matura l'esigenza di abbandonare una visione della scienza tutta
costruita sulle sue ragioni interne, con conseguenti forti rischi di autosufficienza e
introversione
[...]
Resistere alle manipolazioni del
potere, mantenersi al servizio della sola verità sperimentale è, da sempre,
l'assoluto deontologico della scienza. Ciò non è dovuto soltanto a una
comprensibile aspirazione alla purezza; per fortuna la scienza sa anche rendersi
interprete di paure diffuse al suo esterno, in una società turbata dagli abusi del potere
sulla verità. E' su questo e in questo modo che la scienza ha costruito
quell'incomparabile patrimonio di fiducia di cui disponeva fino a qualche tempo fa.
Ed è proprio per questo che ha così a lungo ritenuto di poter trovare
nello "specchio", nel quale poteva vedersi riflessa senza essere vista,
sicurezza e protezione. Sapeva, in questo modo, di esporsi al rischio
dell'autoreferenzialità. Ma non lo temeva. Anzi.
Sennonché, le condizioni che hanno originato quella scelta non
sussistono più.
Oggi lo specchio rischia di abbagliarla senza affatto proteggerla.
Attraversarlo senza ferirsi è per lei ormai indispensabile.
[...]
Quando la conoscenza,
tramite la tecnologia si incarna in concreti strumenti che ne esaltano la funzionalità,
questi condizionano lo sviluppo dell'umanità e trasformano il loro autore in
portatore di potere, sia pure strumentale; quando l'innovazione irrompe, essa
costringe la scienza a occuparsi non solo di mezzi ma anche di fini modificando così
profondamente il ruolo dello scienziato che passa a una corresponsabilità paritaria: da
fornitore di mezzi a co-decisore.
[...]
Fare il cannocchiale per vedere come è
fatta la Luna senza darsi carico di sapere che uso ne avrebbe voluto fare il potere oggi
non è più proponibile.
[...]
Dal conseguente crescente bisogno dello scienziato di inserirsi in
strutture organizzative adeguate nasce, quindi, l'alleanza con l'impresa. Quest'ultima è
stata infatti prontissima a scorgere nelle novità assolute di molte scoperte della
scienza una nuova risorsa utile per il perseguimento di quell'apporto aggiuntivo al suo
profitto che è l'innovazione. Ha capito che per realizzarla l'apporto della scienza,
seppur fondamentale, non bastava e che occorreva aggiungere all'ipotesi scientifica, alla
tecnologia, al capitale altri fattori quali creatività, disponibilità al rischio,
capacità manageriali; fattori che era in grado di procurarsi affiancando allo scienziato
l'imprenditore con il compito di realizzare appunto l'improbabile.
L'innovazione è infatti un fenomeno complesso nel quale scienza,
tecnica, finanza, management, imprenditorialità, istituzioni confluiscono per realizzare
un obiettivo che non è propriamente scientifico ma imprenditoriale e politico. Essa ha i
suoi luoghi di definizione finale fuori dalla scienza, pur avendo degli apporti della
scienza un grande bisogno.
[...]
La scienza si è ormai resa conto di tutto questo.
Ha capito che la sfida che la società moderna lancia a questa scienza
che ama definirsi nuova è, in ogni caso, quella di abbandonare arcaiche separatezze,
avvicinarsi ai luoghi dove il suo concreto potenziale di cambiamento è utilizzato e
realizzato uscendo da una condizione adolescenziale per familiarizzarsi col potere e così
divenire matura.
Perché vale anche per la scienza quanto vale per le persone: si è
adulti solo quando, oltre a sapere, si può e si sa di potere.
Vuol questo dire che la scienza nuova è una scienza che ha perso, con
la sua autonomia, la purezza?
In un certo senso sì, perché rispondere a questi stimoli conservando
il massimo di autodeterminazione e senza rifugiarsi in oniriche separatezze, vuol certo
dire essere pronta a compromettersi, a sporcarsi un po' le mani. In un altro senso
no, perché non ci può essere vera purezza fuori dall'assunzione delle proprie
responsabilità.
[...]
In termini di etica del potere, ciò che è importante
non è che cosa si sa, ma cosa si fa accadere. Lo scienziato moderno non può più
ricavare solo dalla sua lealtà all'evidenza la soluzione, a priori, di ogni suo
coinvolgimento morale. Se è partecipe di un'operazione di potere non può ignorare
che, scegliendo tra le diverse evidenze quella che decide di perseguire, fa scelte
politiche.
[...]
Vedi, più in basso, i riferimenti interni a questo sito
Sarà proprio un imperativo etico quello di
introdurre anche nella "governance" l'innovazione necessaria per poter
disporre di procedure che non si trincerino dietro principi semplici (ad esempio: il
principio di precauzione, l'euristica della paura, lo stesso principio di
responsabilità), ma sappiano affrontare con coraggio il rapporto esistente tra
complessità, esercizio della responsabilità, eticità delle scelte individuali e
collettive.
E' questo il tema della cosiddetta "democrazia
deliberativa", cioè di quei metodi democratici innovativi (consensus conferences,
scenario work shop, citizens juries) nel cui ambito è proprio la procedura ad essere
presa in considerazione come fonte di legittimazione anche etica, in scelte complesse da
fare in condizioni di conoscenze --anche morali-- limitate. A questo proposito
basta richiamare il quadro di complessità e incertezze etiche che avvolge i processi
decisionali e regolatori in materie come quelle che le bioscienze o le nanotecnologie già
ci hanno proposto: dalla clonazione alle staminali, dagli OGM ai nano-chips.
|
Excerpts from "New science and new politics":
So what does it mean then to look at science from the other side of the looking glass? [...] It means being aware, precisely because we are awake, of the need to abandon a view of science constructed entirely on its own internal reasoning, with the consequent high risk of self-sufficiency and introversion, which are truly potentially dream-inducing.
[...]
Power - be it political, economic, ideological or religious -- has always been a threat. Science's highest ethical ideal has been to resist manipulation by the powers that be, serving experimental truth alone. This is not only due to an understandable aspiration to purity. Fortunately, science is also able to interpret the widespread fears that surround it in a society disturbed by the abuse of truth by the powerful. On this basis science built up the incomparable heritage of trust that it enjoyed until recently.
It is precisely for this reason that science has for so long believed it possible to find safety and protection in the "looking glass" in which it could be mirrored without being observed. It was aware that, in this way, it was exposing itself to the risk of being self-referential, but it was not afraid of that. Quite the opposite.
But the conditions which gave rise to this choice no longer obtain.
[...]
When knowledge, thanks to technology, is personified in concrete tools that exalt its usefulness, these condition the development of humanity and confer power on their author, even if only instrumentally. When innovation breaks through, it forces science not only to address the means but also the ends, thereby profoundly altering the scientist's role, which becomes one of equal joint responsibility: from supplier of the means to joint decision-maker.
[...]
Acting as the telescope to see what the Moon is made of without trying to find out what use today's powers would want to make of this knowledge, is no longer possible.
[...]
The alliance with enterprise has emerged therefore from the scientist's growing need to work in adequately organised facilities. Companies have been very quick to identify in the absolute novelty of many scientific discoveries a new resource -- innovation - that could contribute to profit. They understood that for innovation, the contribution of science, while fundamental, was not enough and it was necessary to build on the scientific hypothesis, technology and capital, adding other factors such as creativity, willingness to take risks, managerial capabilities; factors that it was able to acquire, teaming up the scientist with the entrepreneur with the goal of achieving the improbable.
Innovation is a complex phenomenon combining science, technology, finance, management, enterprise and organisations to achieve a goal that is not only scientific but also entrepreneurial and political. Its ultimate use will be outside science, even though it greatly needs the contribution of science. However innovation is a continuous process.
[...]
Today, science is fully aware of this.
New science has understood the challenge offered by modern society, to abandon archaic divisions and move towards areas where potential for change is concrete, to leave its adolescence behind and reach maturity by familiarising itself with power. What is true of people is also true of science: adulthood is attained only when, with the knowledge we have acquired, we can - and realise that we can -- exert power.
Does this mean that new science has lost its innocence along with its freedom?
To a certain extent the answer is "yes", because to respond to these stimuli while maintaining as much self-determination as possible and without taking refuge in unrealistic divisions, certainly means a readiness to compromise, to get one's hands a bit dirty. In another sense though, the answer is "no", because there is no true purity without responsibility.
[...]
In terms of the ethics of power, what is important is not what is known, but what can be made to happen. Modern scientists can no longer justify, a priori, their moral involvement in innovations simply by being loyal to the truth. They cannot ignore the fact that they are taking part in something that has to do with power. In choosing one truth over another, they make a political choice.
[...]
See below the links inside this site
It really is an ethical imperative to introduce innovations into governance to provide procedures that do not entrench themselves behind simple principles (for example: the principle of precaution, the heuristics of fear, the very principle of responsibility), but ones that can boldly confront the existing relationship between complexity, exercise of responsibility, and the ethics of individual and collective choices.
This is the concern of what is called "deliberative democracy ", that is, innovative democratic methods (consensus conferences, scenario workshops, citizens' juries) where precisely those procedures need to be taken into consideration as the source of legitimisation (also ethical) for complex choices to be made in conditions of limited knowledge (also moral). This mix of ethical complexity and uncertainty is already affecting decision-making and regulatory processes in areas such as the biosciences or nanotechnology, from cloning to stem cells, GMOs and nano-chips.
|
Riferimenti interni a questo sito -- Links inside this site
[23/02/05]
Altri articoli sul Principio di precauzione, o che lo menzionano, interni a questo sito:
- Nel blog di Segnalazioni:
- - Il principio di precauzione in "Scienza Esperienza" (18/07/03)
- - CRASL, Brescia 22 gennaio 2004 ore 14.00 (17/01/04)
- - Sul concetto di "precauzione": uno studio di taglio giuridico (21/05/04)
- - Nano-etica cercasi (03/09/04)
- Nel blog di Rassegna stampa
- - Marcello Cini e la manipolazione della vita (10/04/03)
- - Come (non) si parlano scienza e politica (30/8/03)
- - Rassegna stampa sulla conferenza che Bruno Latour ha tenuto a Milano il 17 novembre 2003 (11/12/03)
- - Conoscere (e coinvolgere) per deliberare (6/12/04)
|