Inside ______Prometei ______
Il titolo indica la pluralità
del dio portatore della conoscenza.
Prometeo è la divinità che viene ricordata per aver portato
il fuoco agli uomini. In una visione più antica è addirittura
il creatore degli esseri umani. Per averli soccorsi più volte, in contrasto
con Zeus, venne condannato per l'eternità a rimanere imprigionato ad
una rupe sul mare subendo la tortura d'avere il fegato divorato da un'aquila.
Venne salvato da Eracle, figlio di Zeus, e scambiò la sua mortalità
con l'immortalità del Centauro Chirone, che desiderava morire. Questo
scambio venne accettato dagli dei in riconoscenza delle sue capacità
divinatorie, che erano risultate importanti anche per lo stesso Zeus.
Il fuoco rappresenta la possibilità per l'uomo di evolversi, la conoscenza,
la civiltà.
La mappatura del dna rappresenta la raggiungibilità delle insospettabili
variazioni nella conoscenza dell'uomo, nell'evoluzione delle sue attività
e della sua modalità di vita.
Ma il genoma e tutte le nuove scoperte relative alla genetica sono ovviamente
state raggiunte grazie all'uso dei calcolatori elettronici, della simulazione
virtuale con modelli, delle ipotesi esplorate tramite le macchine attuali.
In questa immagine il robot meccanico, somigliante un po' a un giocattolo un po' alle vecchie immagini di fantascienza, rappresenta il portatore delle scoperte attuali. Così come Prometeo portò il fuoco, le macchine (nulla togliendo a coloro che le programmano) ci consegnano la mappatura del dna.
L'immagine è stata realizzata
per l'Argomento del sito Tecnoscienza e Responsabilità.
Si dà per scontato, avendo Prometeo qualità divinatorie, che
egli sapesse a cosa andava incontro e quale portato avesse sugli uomini il
suo gesto; ma la questione non va impostata allo stesso modo per quanto riguarda
l'impatto che la possibilità di "gestire" il dna avrà
sulla società. Di Prometeo ce n'era uno solo; ora di macchine (e di
pensieri che le governano) ce ne sono molte. E' anche questa pluralità
che rende ineluttabile il percorso umano, è sempre la stessa pluralità
che potenzia sia le possibilità sia le impossibilità di previsione.
Prometei è composta da:
1. Che aspetto può avere Prometeo. Non certo quello di un uomo
nudo qualsiasi. Nudo perché divinità antica. Nelle mie peregrinazioni fra le immagini ho messo da parte due fotografie di personaggi famosi: una ritrae John Lennon abbracciato a Yoko Ono, ostentatamente nudi; l'altra riprende Rudolph Nurejev in un momento di relax. Mettere insieme questi due corpi così diversi, espressioni di arti fisiche e impalpabili (la voce la si può considerare un movimento del corpo)... la loro fusione poteva essere la forma di Prometeo che porta agli uomini il fuoco? |
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2. Il fuoco, così come le immagini di Nurejev e di Lennon, è stato preso da una immagine pubblicata in un libro di fotografie. La tessitura della stampa, differente dalla "lucidità" delle fotografie digitali, mi è sembrata più adatta a rendere l'immagine di Prometeo. Per lo stesso motivo ho utilizzato immagini in bianco e nero: la sensazione del passato, la percezione di un elemento come antico rispetto ad un altro che per colore e materia risulta temporalmente più vicino a noi. | |
3. Il Robot meccanico utilizzato nell'immagine è stato "catturato"
in un sito dedicato ai collezionisti di vecchi
robot giocattolo. Ho voluto utilizzare come fonte una immagine presa da internet per avere una grana contrastante a quella utilizzata per costruire il corpo di Prometeo. Le deformazioni dovute alla compressione dei file (per una veloce navigazione) creano, oltre che una caduta di definizione, anche una sorta di eco distorta dei profili caratteristico delle immagini elettroniche on line. |
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4. Le raffigurazioni della struttura del dna hanno notevole fascino
sia per la loro complessità che per la loro regolarità.
Quel che spinge però a elaborare rappresentazioni che superano
in estetica i modelli scientifici, è la volontà di evocare
il fatto che il dna sta all'origine della vita: da lì parte la
complessità del mondo, il fascino delle variabili. L'immagine del dna utilizzata è stata raccolta nel sito del Pittsburg Supercomputer Center. |
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5. Il mare non poteva che essere notturno e buio dietro ai Prometei:
il mondo prima della luce. Un po' come se il fuoco o il dna fossero i
soli della conoscenza. I Prometei arrivano dal mare perché il mare è la zona meno popolata della terra e nei suoi recessi s'annidano gli dei. Il mare è madre, da lì ci si può aspettare di vedere arrivare un antico dio, non più dal cielo, mai dall'interno della terra (anche se è madre anch'essa). Il mare è anche la memoria: dentro le sue acque tutto si sgretola e si scioglie e rimane. Evaporato o inquinato tutto il mare, sulla terra la storia si fermerà. Nell'immagine i Prometei non affondano, come ogni apparizione "ultraterrena", sono dotati di una leggerezza magnifica. |
Pagina a cura di Tommaso
Correale Santacroce
(luglio 2003)
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