Questo documento è un ramo di "11 Creature" ________________ Per intervenire in argomento: scriveteci |
Data: 10 dicembre 2002
Da: Massimo Bartoli
Oggetto: A proposito di "11 creature"
Riferimenti La serie TV "L'uomo da sei milioni di dollari" (nella pagina del protagonista su Internet Movie Database) "Chi erano i bionici? Introduzione a due famose serie fantastiche del passato" (su "Il sito bionico italiano") |
C'è uno stato preliminare del cyborg: il cosiddetto uomo bionico.
Reso popolare dai telefilm della serie "L'uomo da sei milioni di dollari" (in
versione femminile "La donna bionica"), corrisponde ad un essere ancora
prevalentemente umano al quale sono stati impiantati dispositivi protesici, o sostitutivi
di funzioni vitali o migliorativi rispetto alle dotazioni naturali.
La tecnologia medica ha portato fuori dalla fantascienza numerosi dispositivi bionici,
quali il cuore artificiale (sia esterno, come nelle macchine cuore-polmone, che
impiantabile), il rene artificiale (ancora esterno nella dialisi), le protesi acustiche
impiantabili, le protesi degli arti a controllo neurale, ecc.
Sono un poco bionici anche i cristallini artificiali inseriti negli occhi di molti malati
di cataratta.
Che ne pensate?
L'uomo da sei milioni di dollari e la donna bionica |
Data: 11 dicembre 2002
Da: Corrado Del Bò
Oggetto: Re: A proposito di "11 creature"
Credo che una differenza importante sia data dal fatto che le protesi biomediche servono a surrogare organi o tessuti che funzionano male o non funzionano affatto, dunque a ripristinare un livello di capacita' di funzionare (per usare un termine di Amartya Sen) *normale*, mentre, se non ricordo male, nei telefilm di cui sopra le protesi erano migliorative, e di molto, delle normali funzionalita' umane.
Data: 11 dicembre 2002
Da: Gian Maria Borrello
Oggetto: Re: A proposito di "11 creature"
Corrado Del Bò wrote:
>nei telefilm di cui sopra le protesi
>erano migliorative, e di molto, delle normali funzionalita' umane
Sì, ma forse solo come conseguenza di un intervento curativo (non conosco il telefilm).
Non lo so, ma se fossero state conseguenze non volute, ciò sarebbe un'interessante
integrazione alla risposta di Corrado.
In altre parole, mi sembra importante notare che il giudizio di valore nei confronti della
biotecnologia migliorativa così come anche dell'eugenetica e, in antitesi, quello nei
confronti delle versioni terapeutiche della biotecnologie sono, in ultima analisi, giudizi
sulle intenzioni. D'altra parte, questo è anche abbastanza scontato: qui potrebbe aprirsi
infatti tutto un discorso analitico sui generi di giudizio e sulla loro applicazione nel
campo dell'etica.
Da
<http://members.fortunecity.it/cesare178/pagine_telefilm/
uomodaiseimilionididollari.htm>:
>(...) Un astronauta americano rimasto vittima di un grave incidente mentre
>testava alcune apparecchiare subisce un'operazione che lo rende metà uomo
>e metà macchina. Dotato di due gambe bioniche che gli permettono di
>correre ad alta velocità, di un braccio destro artificiale che gli
>conferisce grande potenza. Viene ingaggiato dai governo per una serie di
>missioni assai delicate contro scienziati pazzi, politici corrotti e,
>addirittura, alieni intiltratisi tra i terrestri. I sei millioni di
>dollari del titolo si riferiscono al costo dell'intervento chirurgico
>commissionato dall'osi (Office of Strategic Information), l'agenzia
>governativa dalla quale dipenderà Austin. (...)
Data: 12 dicembre 2002
Da: Massimo Bartoli
Oggetto: Re: A proposito di "11 creature"
"Corrado Del Bo'" <delbo@u...>
wrote:
> credo che una differenza importante sia data dal fatto che le protesi
> biomediche servono a surrogare organi o tessuti che funzionano male o
> non funzionano affatto, dunque a ripristinare un livello di capacita'
> di funzionare (per usare un termine di Amartya Sen) *normale*,
> mentre, se non ricordo male, nei telefilm di cui sopra le protesi
> erano migliorative, e di molto, delle normali funzionalita' umane.
Ovviamente sono d'accordo con l'osservazione di Del Bo'.
La fantascienza _deve_ essere migliorativa, altrimenti non sarebbe molto interessante,
anche se comunque la protesica (bioelettronica, biomeccanica, biotecnologica, ...) e' una
realta' oggi consolidata.
Altri riferimenti fantascientifici a questo proposito sono nel filone
"Cyberpunk" (ad esempio le unghie retrattili affilate della ragazza guardia del
corpo di William Gibson comparse nel romanzo Neuromancer e riprese nel film Johnny
Mnemonic <http://us.imdb.com/Title?0113481>).
Data: 13 dicembre 2002
Da: Vittorio Bertolni
Oggetto: Etica e bionica [WAS: Re: A proposito di "11 creature"]
La bionica non è altro che l'applicazione delle tecnologie elettroniche al bios. Il problema etico connesso all'uso delle tecnologie elettroniche (nanotecnologie e robotica) a mio parere non è tanto connesso al fatto che esse siano sostitutive o migliorative. Io penso che in ogni caso esse siano sempre migliorative infatti esse tendono sempre ad amplificare funzioni preesistenti. Abbiamo letto di recente che attarverso opportuni dispositivi elettronici era possibile restituire l'udito a dei non udenti. E' facile ipotizzare che attraverso dispositivi simili è possibile amplificare le capacità uditive dell'uomo fino alla percezione di ultrasuoni. E di esempi simili se ne possono ciatre infiniti. Negli anni 70 nel libro "Il robot e il minotauro" di Roberto Vacca si raccontava di uno scienziato che era riuscito ad integrare le funzioni del proprio cervello con un calcolatore riuscendo perciò ad ottenre prestazioni decisamente ultranormali. Ipotizziamo ora di pensare avendo a disposizione google senza dover pigiare dei tasti su diverse combinazioni di parole ecc. ecc. . Il limite etico, a mio parere, è fino a che punto l'applicazione della bionica riesce a stravolgere l'identità della persona. Indubbiamente ogni applicazione bionica influisce sulla psicologia della persona a dignità. Cioè fino a quando l'integrazione uomo macchina consente ancora di parlare di etica della responsabilitò, oppure, riprendendo una antica questione, fino a che punto per un ibrido possiamo parlare di libero arbitrio.
Data: 15 dicembre 2002
Da: Tommaso Correale Santacroce
Oggetto: Etica, bionica e identità
La trasformazione della tecnica di scrittura dalla matita alla macchina da scrivere,
allutilizzo del computer, ha portato se non ad una trasformazione delle idee,
sicuramente al cambiamento delle modalità di strutturazione ed esposizione
dellidea. La possibilità di scrivere e riscrivere, definire con poco dispendio di
tempo la forma di una frase, ad esempio, ha probabilmente un ruolo nella ricerca della
giusta espressione. Allora, prendendo in esame le varie soluzioni futuristiche e non, di
comunicazione tramite strumenti che eliminano matita e tastiera e che utilizzano la voce o
il semplice movimento degli occhi o altro ancora, che tipo di trasformazioni si potrebbero
avere?
Una vista sorprendentemente più acuta, una forza superiore, una amplificazione delle
possibilità fisiche, che tipo di ritorno potrebbe avere sulle modalità di espressione e
di comunicazione, e infine di identità e pensiero?
Sulla questione etica ed insieme didentità, vale la pena andarsi a leggere qualche
intervista o scritto sullattività performativa dellartista francese Orlán (http://www.orlan.net e, per una veloce
biografia http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/biografi/o/orlan.htm) dove
la pratica della "deformazione" del proprio corpo tramite linnesto
chirurgico di parti estranee lha portata a confrontarsi non solo con se stessa e
larte, ma anche con le istituzioni (proprio per quanto riguarda la difficoltà o la
volontà di manipolare la propria identità).
Vi sono diversi artisti nel mondo che stanno affrontando limpatto delle tecnologie
(bioniche e meccaniche) sul proprio corpo e organizzano performance estreme di modifica
dellelemento carnale sia vivo che morto (http://www.hackerart.org/corsi/aba99/valeria.htm):
vestiti di carne e muscoli e fili di ferro, pompe idrauliche inserite nello stomaco,
tutori applicati al corpo e comandati da sconosciuti (il pubblico della performance)...
Questo panorama reale è sconvolgente quanto i più oscuri racconti di fantascienza e
sicuramente è il nervo scoperto delle prime mutazioni del corpo umano in corpo bionico, e
se larte è uno sguardo senza veli sulla realtà...
La questione dell'etica quindi, non è solo da riferirsi a chi compie le operazioni su
altri, ma si pone in presa diretta con l'idea del corpo umano che l'uomo ha, come
individuo e come essere sociale.
Non si tratta solo di migliorie scientifiche, fantascientifiche o tecnologiche, si tratta
di trasformazioni, cercate, volute; e se solo si pensa a come la società si trovi sempre
in difficoltà verso qualsiasi deformazione dalla forma "normale" del corpo, si
può immaginare la portata non solo fisiologica della questione.
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