Rassegna stampa
commentata da Vittorio Bertolini [ * ]

Agosto 2001

Ricerca e Mercato: e se lo scienziato diventa imprenditore?

Nell'ambito del forum sul conflitto di interessi Luigi Foschini un po' provocatoriamente aveva ipotizzato l'autofinanziamento della ricerca. Io stesso spingendo al limite un contributo di Andrea Amato chiedevo, citando il caso Celera: "e se lo scienziato diventa imprenditore?".

Ora sull'Unità del 28 agosto, Pietro Greco al termine di un commento sulla scoperta dei geni della longevità scrive che "per proseguire queste ricerche che il gruppo di ricercatori ha deciso di fondare una società biotecnologica, la Centagenetixn".

Non solo, ma in un articolo su La Repubblica del 29 agosto che trae spunto sempre dal medesimo argomento, Brunella Franco del Tigem (Telethon Institute of Genetics and Medicine) spiega: "essere ricercatore significa proporsi sul mercato. Bussare alle porte delle fondazioni private e lavorare per 12 ore al giorno".

Chiaramente questo significa porsi in un'ottica completamente diversa rispetto a quella della "lamentela" sulla scarsità dei fondi e sugli impacci burocratici. Vedi per esempio l'intervista ad Alfonso Bonincasa "In Italia mancano fondi e organizzazione, non certo talenti" apparsa il 29 agosto su Il Mattino.

Le motivazioni per cui dei giovani ricercatori si calino con entusiasmo in una etica della ricerca che ha molte affinità con quella con cui Weber ha interpretato le origini del capitalismo, possono essere molteplici. Dalla legittima aspirazione a redditualizzare le proprie capacità e i propri successi, al desiderio di condurre le ricerche in modo autonomo. Al di là di quale delle due motivazioni sia prevalente, il fatto non può non sollecitare l'attenzione di chi è interessato al governo della ricerca.

Il problema che pone uno schema di questo genere, che si adatta con facilità alle esigenze di un mondo in cui è dominante il paradigma del mercato, è se ricerche diverse da quelle che forniscono aspettative di esiti commerciali potranno trovare facilmente udienza sul mercato.

A mio parere si tratta di un nodo pretestuoso, in quanto sconta il mercato come un semplice algoritmo che confronta valori economici, senza tener conto che in esso si sviluppano relazioni basate su aspettative, ritualità, comportamenti non sempre riducibili ai valori economici. E non a caso mentre Puco & C., affidano la fortuna della loro ricerca sulla longevità alla Centagenetixn, Brunella Franco che sviluppa invece ricerche sulle "malattie orfane", quelle malattie talmente rare che nessuna casa farmaceutica inserirebbe nei propri programmi di ricerca, si rivolge alle Fondazioni. In altre parole, in base al tipo di ricerca, si potranno sviluppare mercati paralleli. Quello che rimane costante per l'accesso al mercato, sia esso quello delle utilities o quello delle fondazioni, è che il metro del paragone è il successo della ricerca.

A titolo bipartisan è doveroso citare poi la posizione di chi sostiene che la scienza, per raggiungere una conoscenza oggettiva deve essere disinteressata e libera da ogni condizionamento. Vedi Marcello Cini, il manifesto del 28 agosto.

(30 agosto 2001)

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[*]Vittorio Bertolini (right-sfondochiaro.gif (838 byte)Scheda biografica) collabora con la Fondazione Giannino Bassetti

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