Domenica 26 Novembre 2000 - corrispondenze Ogm o agricoltura biologica? Con riferimento allarticolo di Giorgio Cosmacini «La patata di Montezuma» del 29 ottobre 2000, la "campagna" a favore degli Ogm si è arricchita di eruditi cenni storici e bibliografici e di citazioni, fino a Cristoforo Colombo e alla scoperta dellAmerica. Ma il fine di tutto questo mi pare resti lo stesso: spingere il consumatore a vincere la "diffidenza" verso gli Ogm, come quella che nel XVI secolo i nostri antenati ebbero verso le piante del Nuovo Mondo patata, mais, pomodoro, eccetera, che finirono, come ricorda Cosmacini, per arricchire le diete europee, ma «infettarono» anche le vecchie piante europee. Nel difficile equilibrio tra rischi e benefici e pur citando il «principio di cautela» (a Montréal e poi allUe), Cosmacini tenta di "conciliare" tale principio col «criterio di utilità», tracciando paralleli per me poco realistici tra le piante portate in Europa cinquecento anni fa e quelle transgeniche che si vorrebbe introdurre oggi e tra le due "diffidenze umane" del Cinquecento e del Duemila. Giorgio Cosmacini conclude, citando vari autori, che gli Ogm «promettono di sfamare il mondo, ripulire lagricoltura da erbicidi e pesticidi e fornire alimenti più sani... senza le piante introdotte, il Vecchio Mondo avrebbe conosciuto la fame e forse il genere umano si sarebbe estinto!». Ecco, caro Cosmacini, in tutta sincerità questo mi sembra un po eccessivo, visto, tra laltro, che il mais ci ha anche regalato la pellagra, come lei stesso ricorda, e che il Vecchio Mondo vive da millenni, dapprima scoprendo lagricoltura e poi praticandola dovunque con brillanti risultati. Come vecchio ricercatore agronomo ho scritto nel giugno scorso ai consoci della Soc. Ital. di Genet. Agr.:«... sì alla ricerca sui transgenici ma solo nel chiuso dei laboratori e, allaperto, in serre ben isolate... in silenzio e in attesa di verifiche e conferme nello spazio e nel tempo, prima di divulgarne i risultati... lasciando da parte protagonismi e affari di mercato... ci vuole molta "cautela"... per ora ignoriamo eventuali effetti negativi, che scopriremmo forse troppo tardi! (vedi Ddt, mucca pazza e polli alla diossina)...». In sostanza, bisogna cercare di resistere al pressing e ai finanziamenti delle società multinazionali, impazienti di brevettare tutti gli Ogm possibili, da vendere poi a tutto il Mondo "affamato"! Non si può, invece, "spingere" di più lagricoltura "biologica" per avere «alimenti sani, senza erbicidi né pesticidi» e a minor costo? Felice Lanza - Milano