LA REPUBBLICA, 11 luglio 2001 "È solo una prova sugli animali non è certo che funzioni sull'uomo" Il professor Carlo Flamigni: la rinuncia a una presenza maschile è solo immaginaria --------------------------------------------------------------------- ROMA - Il professor Carlo Flamigni è all'origine di molte ricerche di punta in campo procreatico. Ecco il suo giudizio sul lavoro australiano: «È una delle strade dell'avvenire. Evitare di utilizzare gameti ma indurre modificazioni nel numero dei cromosomi in cellule somatiche riducendole a cellule aploidi, come sono appunto i gameti, è un filone molto promettente. Molti scienziati nel mondo stanno lavorando alla "aploidizzazione" delle cellule, ovvero al dimezzamento del patrimonio ereditario. Le possibilità che apre la tecnica sono numerose. In teoria si potrebbe mettere una cellula aploide prelevata da un uomo dentro un ovocita e fertilizzare quest'ultimo con il seme di un altro uomo. O, perché no, con seme dello stesso uomo». Si farebbe a meno dello sperma: «I soli elementi che, per il momento, non possono essere sostituiti sono l'ooplasma, cioè tutto quello che sta nell'ovocita tranne il nucleo, e un utero che sviluppi il prodotto del concepimento. Ma la rinuncia a una presenza maschile è solo immaginabile, non sicura. In realtà non sappiamo che cosa accadrà. Non è sufficiente avere una fecondazione, dobbiamo anche dimostrare - e non mi pare che la ricerca australiana ci riesca - che "lei" può fare a meno di uno dei patrimoni genetici dei due sessi». Flamigni per il momento non giudica il potenziale "sensazionalismo" dell'annuncio australiano: «Occorre distinguere tra le curiosità che vengono inseguite a scopo mediatico e ciò che invece ha senso per la medicina e la salute. C'è nell'aria voglia di capire soprattutto che cosa fa l'uovo, in che cosa interviene l'ooplasma, come mai l'ooplasma dice alla cellula di dividersi. Non so se si possa parlare di un nuovo modo di procreare, potrebbe anche essere fantascienza. L'esperimento ha riguardato l'animale e non sappiamo se nella nostra specie la conpresenza di cromosomi che vengono dai due sessi non rivesta un ruolo fondamentale».