La Repubblica, 26 ottobre 2001
Sirchia, sì alla clonazione animale E Antinori rilancia: "Fra tre mesi provo con l'uomo" Il divieto, introdotto dalla Bindi, cadrà il 1° gennaio 2002. Esultano gli scienziati, insorgono gli ambientalisti GIANCARLO MOLA --------------------------------------------------------------------- ROMA - Via libera alla clonazione animale. Dal 1 gennaio del 2002 anche in Italia sarà lecita la riproduzione in laboratorio, sulla scia degli esperimenti che hanno dato vita alla pecora Dolly e alle altre creature nate in questi anni nello zoo della embriogenesi. L'annuncio - improvviso e inatteso - arriva dal ministro della Sanità: «Non intendo rinnovare l'ordinanza che la vieta, non la condivido», ha detto ieri Girolamo Sirchia. Le conseguenze saranno immediate: «In sei mesi si possono avere i primi porcellini clonati made in Italy», promette Giovanni Battista Ferrara, del Centro di Biotecnologie avanzate di Genova. L'ordinanza con la quale nel 97 l'allora ministro Rosy Bindi aveva messo al bando la clonazione animale - insieme a quella umana - sparirà dall'ordinamento dopo dieci reiterazioni consecutive (l'ultima delle quali firmata dallo stesso Sirchia). Una decisione che ha già suscitato reazioni contrastanti: se da un lato il mondo della ricerca esulta, dall'altro si scatenano le ire degli ambientalisti, che temono anche una riapertura della complessa partita sulla clonazione umana. La coincidenza, fra l'altro, è singolare: proprio ieri Severino Antinori è tornato alla carica. Il ginecologo romano - da anni al centro delle polemiche sulla «riprogrammazione genetica» dell'uomo - ha spiegato di essere pronto: «La prima gravidanza ci sarà già nei prossimi tre o quattro mesi», ha detto in una intervista radiofonica alla Bbc. La località dell'esperimento è ancora top secret: Antinori parla di un imprecisato «Paese mediterraneo», e qualcuno parla di accordi con la Libia e l'Iraq. Nessun problema invece per la clonazione degli animali. Gli scienziati italiani salutano con soddisfazione la decisione di Sirchia. «Finalmente il ministro compie un gesto provvidenziale», dice Bruno Dellapiccola, presidente della Società italiana di genetica umana. Ancora più esplicito Cesare Galli, il ricercatore cremonese che nel 99 - vigente il divieto di Bindi - annunciò a sorpresa di avere clonato il toro Galileo: «Quell'ordinanza era stata scandalosa», ha commentato ieri, ricordando la vicenda giudiziaria che lo aveva riguardato (sequestro del toro "originale" e di quello clonato, processo e assoluzione). Poi ha spiegato che le sue ricerche non si sono mai interrotte: «Certo, abbiamo tenuto un profilo basso sull'informazione per evitare altri guai. Ma i nostri studi sono proseguiti». All'esultanza degli scienziati fa eco però l'indignazione degli ecologisti. Per la senatrice dei Verdi Loredana De Petris - che definisce Sirchia «neoallievo del dottor Frankestein» - gli esperimenti sulla clonazione animale «sono ormai considerati un fallimento dagli stessi istituti di ricerca che li avevano intrapresi». Durissima anche Legambiente: lo stop alla moratoria potrebbe «dare il via libera a una sorta di fattoria dei mostri, ma anche offrire una sponda comoda a quanti, Antinori in testa, continuano a spingere per ottenere il placet alla clonazione umana».