La Repubblica, 16 LUGLIO 2000 RENATO DULBECCO MA QUEI CIBI NON SONO PERICOLOSI La Commissione Europea aveva proposto di riprendere la sperimentazione sugli Organismi geneticamente modificati (Ogm), ma i ministri europei dell'Ambiente l'hanno respinta. Che cosa vuol dire tutto ciò? Prima di tutto: che cosa sono gli Ogm? Oramai tutti sappiamo che ogni organismo vivente, sia umano, o animale, oppure una pianta, un batterio o un virus, si sviluppa e funziona seguendo le istruzioni che sono contenute nei suoi geni. Grandi progressi sono stati compiuti negli ultimi anni nella conoscenza dei geni, la più recente essendo la mappatura pressoché completa del genoma umano e di molti altri organismi. Uno dei risultati più interessanti è che geni di organismi di specie molto diverse sono molto simili. Per esempio molti geni presenti nell'uomo sono presenti nel lievito di birra, nel moscerino della frutta, e in tutti gli animali. Ciò è dovuto all'evoluzione degli esseri viventi che è come un albero con molti rami con un tronco comune. È anche chiaro che geni possono essere trasmessi da un individuo ad un altro, per esempio da un batterio ad un altro o da una pianta ad un'altra. Perciò il mescolamento dei geni è un fenomeno normale nella biologia. Nella seconda metà di questo secolo i progressi della biologia hanno permesso di isolare geni da un organismo, e di trapiantarli in un altro organismo, in cui possono funzionare normalmente. Questa tecnologia, sviluppata inizialmente per approfondire la conoscenza dei geni e di come funzionano, si è poi diretta a scopi pratici. Questo perché l'organismo usa l'istruzione contenuta in un gene per produrre delle molecole speciali, dette proteine, che hanno funzioni chiave nell'organismo. Tra di esse sono, per esempio, l'ormone di crescita, l'insulina, e molti altri. NEL PASSATO la produzione di tali sostanze era basata sulla loro estrazione da animali o persino da cadaveri umani, ma poi la conoscenza dei geni responsabili per la loro produzione, e la possibilità di isolare questi geni, e farli funzionare in un sistema artificiale, per esempio batteri o cellule in coltura, offrì un nuovo metodo per la loro produzione. Il nuovo metodo offre molti vantaggi: queste sostanze possono essere prodotte nelle quantità desiderate, sono molto meno costose, e, molto importante, sono esenti dai pericoli presentati da sostanze estratte da organismi, che possono essere contaminate da virus pericolosi. La trasmissione artificiale di geni da un organismo all'altro venne poi estesa a organismi complessi, quali animali e piante, dando luogo agli Organismi geneticamente modificati. Il primo fu un topo, in cui si introdusse un gene per la produzione dell'ormone di crescita, quest'animale produceva più ormoni che i normali, e perciò cresceva di più raggiungendo dimensioni parecchio maggiori del normale. Un altro fu un topo in cui si introdusse un gene che favorisce la formazione di cancro; esso è usato in tutto il mondo da ricercatori che studiano il cancro, perché in esso si possono sperimentare terapie nuove, prima che vengano usate sui pazienti. La modificazione genetica di piante fu diretta a diversi obiettivi. Uno è ottenere da una pianta una sostanza utile, per esempio come farmaco da usare in medicina. Per fare ciò nella pianta viene introdotto un gene di origine umana o animale, che continua a funzionare nella pianta, producendovi il suo prodotto. Un altro obiettivo è migliorare la resa di piante usate come cibo, per esempio, il granturco. A questo scopo sono stati usati diversi indirizzi. Uno è rendere la pianta resistente a insetti che normalmente la distruggono: per questo scopo si usa un gene derivato da un batterio che ha un effetto molto efficace. Un altro indirizzo è diretto a proteggere la pianta dalla competizione di erbacce che ne limitano la crescita: ciò si ottiene introducendo un gene che rende la pianta resistente ad un erbicida molto efficace contro le erbacce. Un terzo obiettivo è quello di modificare una pianta in modo da aumentarne il valore nutritivo. E un quarto obiettivo è di rendere la pianta più resistente a condizioni sfavorevoli come siccità, temperature anormali, presenza di metalli tossici nel suolo, ed altri. Le applicazioni della modificazione genetica di piante per il momento sono limitate ai primi due indirizzi, ed ha lo scopo di migliorare la resa di prodotti commerciali quali il granturco, patate, cotone, soia. I risultati sono positivi, tanto che molti milioni di ettari sono coltivati con tali piante. Già da tre anni i loro prodotti sono stati consumati da centinaia di milioni di persone, specialmente negli Stati Uniti, senza che ci sia stata alcuna complicazione. Modificazioni dirette a raggiungere gli altri obiettivi sono state attuate nei laboratori, ma ancora non sono usate praticamente. Esse contengono delle possibilità notevoli per migliorare lo stato di nutrizione del terzo mondo; per esempio è stato sviluppato un ceppo di riso che contiene una quantità notevole di vitamina A. Questo è importante perché il riso è un cibo usato quotidianamente da 3 miliardi di persone e la presenza della vitamina è importante perché in alcuni paesi la sua carenza nel cibo porta a cecità. L'uso di Ogm è fortemente contrastato in molti paesi, specialmente in Europa. Si adducono due ragioni: una è che altera l'ambiente, l'altra è che può essere pericoloso. L'alterazione dell'ambiente può avvenire in due direzioni. Una è che il gene batterico che rende le piante resistenti a insetti nocivi può uccidere altri insetti non nocivi, alterando il bilancio tra queste popolazioni; l'altra è che la resistenza ai pesticidi può essere trasmessa alle erbacce che si vogliono eliminare, di nuovo alterando il bilancio biologico. Ci sono dei risultati sperimentali che appoggiano queste possibilità, sebbene in modo molto debole e limitato. Per quel che riguarda il pericolo per i consumatori, non c'è alcun elemento che lo appoggi: anzi l'uso esteso di parecchi cibi geneticamente modificati fa pensare che non ci sia alcun pericolo. Tuttavia non si può escludere che ci sia qualche effetto negativo che però è così limitato che finora non è stato riportato. Certo, c'è apprensione tra il pubblico a questo riguardo. Questo probabilmente deriva dalla novità della tecnologia, per cui è difficile capirla bene e valutarne gli effetti. Forse in parte c'è l'impressione che questa tecnologia venga imposta da grandi ditte senza un vero beneficio per il consumatore. Infatti i prodotti messi sul mercato non presentano vantaggi su quelli tradizionali, ed il vantaggio economico derivante dalla loro produzione è limitato alle ditte che sviluppano i semi e agli agricoltori che li adoperano; non c'è vantaggio per il consumatore. La situazione, però, potrebbe essere diversa se si svilupperanno le piante arricchite di prodotti nutritivi e resistenti a difficili condizioni ambientali, che potrebbero essere estremamente utili per molti paesi poveri. A questo punto ci sono due posizioni contrastanti, quella dei fautori dell'uso di Ogm e quella di coloro che lo respingono incondizionatamente. È evidente che c'è esagerazione da entrambe le parti. Per cercare di riconciliare le opposte tendenze sarebbe utile effettuare una estesa sperimentazione per verificare quali veramente sono i pericoli e gli svantaggi della tecnologia, e quali vantaggi ne possono derivare. Una sperimentazione condotta in modo trasparente, con la partecipazione di rappresentanti di entrambe le tendenze potrebbe portare ad un accordo. Sembra perciò strano che i ministri dell' Ambiente l'abbiano rigettata, sembra un atto irresponsabile, che non tiene conto delle possibilità di questa tecnologia.