Un'arma contro il cancro grazie al virus dell'Aids Torino, isolato un frammento che "trasporta" in cellule malate geni sani di ALBERTO CUSTODERO (La Repubblica 15/6/2000) vedi: www.repubblica.it/quotidiano/repubblica/20000615/cronaca/27aids.html ---------------------------------------------------------------- TORINO - L'Aids, virus killer, servirà per curare tumori e malattie genetiche. L'idea di usare l'Hiv a scopi terapeutici è dovuta, paradossalmente, proprio alla sua invincibilità. Se per il momento non è possibile combatterlo, infatti, hanno pensato alcuni ricercatori, perchè non sfruttare, nel frattempo, la sua capacità di introdursi indisturbato nelle cellule per trasportare all'interno di zone malate le informazioni genetiche che servono a guarirle? L'idea è diventata realtà grazie alla scoperta di Antonia Follenzi (dottoranda in oncologia), di Luigi Naldini (professore associato di istologia), e di altri studiosi dell'università di Torino i cui laboratori di terapia genica si trovano all'Istituto per la ricerca e cura del cancro di Candiolo. Il risultato, finanziato da Telethon e pubblicato sul numero di giugno di Nature Genetics, è stato raggiunto grazie all'ingegneria genetica che in laboratorio consente di comporre e ricomporre i virus come se si trattasse di un minuscolo puzzle. I ricercatori hanno costruito un "vettore" biologico, una sorta di camion, in grado di entrare nella cellula malata e di scaricarvi al suo interno il carico, e cioè le informazioni dei geni sani che guariscono il difetto cellulare. Per la costruzione di questo camion, è stata usata una parte (quella più esterna), del virus "stomatite vescicolare". Questo virus - che contagia solo i bovini - ha la caratteristica di aggredire tutte le cellule, a differenza dell'Hiv che, invece, ne colpisce solo alcune. All'interno del "vettore" (o camion), poi, è stato inserito il carico: il gene terapia, ovviamente, e due pezzi di geni dell'Hiv che hanno la funzione di trasportarlo fino nel nucleo e di "fonderlo" con il Dna della cellula. Il "vettore" costruito in laboratorio funziona come un vero e proprio virus che contatta la cellula e la infetta. L'infezione, tuttavia, non si ha con il Dna del virus che, altrimenti, distruggerebbe la cellula, ma con un'informazione genetica che, al contrario, la salva. "L'importanza della scoperta - ha spiegato Luigi Naldini - consiste nel fatto che si sfrutta l'Hiv, l'unico virus che fa incorporare in modo permanente informazioni genetiche in cellule che non si dividono. Nel caso della cura del cancro, è una caratteristica molto importante perchè consente di raggiungere e guarire cellule che non sono aggredite dai chemioterapici". Le vie terapeutiche aperte dalla scoperta dei ricercatori torinesi serviranno per curare anche malattie genetiche e forse lo stesso Aids.