Il Corriere della Sera, 17 luglio 2000 EDOARDO BONCINELLI PAURE FONDATE (E INFONDATE) I cibi transgenici sono stati rimandati a settembre. Evidentemente qualcuno pensa che l'estate porterà consiglio, come nella scuola di qualche tempo fa. La questione è scottante e in Europa sembra non esistano ancora le condizioni per poter prendere una posizione che riscuota il consenso generale. Sull'argomento dei cibi transgenici e della loro presunta pericolosità sono state dette tante cose e purtroppo anch'io non posso che ripetere cose che ho già detto e scritto: per il momento non esiste nessun motivo scientifico per temere un effetto dannoso dei cibi transgenici, né sugli individui né sull'ambiente. L'introduzione di un gene nuovo nel genoma di una pianta o di un animale non presenta di per sé alcun rischio e può portare grossi vantaggi. Gli organismi transgenici insomma potranno anche finire per rivelarsi pericolosi, ma certo non per i motivi che vengono addotti oggi. Di ciò sono convinto e ciò sento ripetere in continuazione negli ambienti scientifici internazionali. Ma se si tratta sempre delle stesse cose, perché le ripeto? Per almeno due motivi. Il primo è quello di tentare di rassicurare la gente. Investire la gente con ondate periodiche di paure e con raffiche di previsioni catastrofiche non è solo sbagliato, è anche pericoloso. Sotto la spinta del più totalizzante dei nostri stati emotivi, la paura, si può fare qualsiasi cosa e sappiamo dalla storia che cosa è capace di fare l'essere umano quando è in preda alle paure e all'isterismo collettivo. Se c'è qualcosa di cui abbiamo bisogno non è certo la paura o la precipitazione, ma la calma e la ponderazione, in modo da poter prendere le decisioni più oculate. Il secondo motivo che mi spinge a ripetermi sull'argomento è che sono convinto che sotto attacco non sono oggi solo i cibi transgenici, che di per sé non costituiscono un argomento di grande rilevanza, ma le cosiddette biotecnologie e dietro di quelle l'innovazione, la ricerca scientifica e la scienza in generale, come disposizione a ragionare logicamente e non aprioristicamente sulle cose del mondo. Di razionale nelle argomentazioni usualmente portate contro gli organismi transgenici c'è ben poco. Si penserebbe che persone che tuonano contro i geni e la loro introduzione nel genoma di un organismo dovessero sapere e sapere spiegare che cosa è un gene e che cosa è un genoma, ma in genere non è così. "Gene", "genoma", "modificazione mirata" o peggio "manipolazione genica", per non parlare di "clonazione" e "riduzione della biodiversità", sono diventate parole d'ordine che non solo hanno perso il loro significato originale, ma hanno perso un qualsiasi significato e vengono agitate solo come torbidi spauracchi. Qualcuno potrebbe dire: "Certo oggi sembra che non ci sia rischio, ma chi può dirlo per il futuro? E poi non si sa mai". E' vero. Non si può mai sapere che cosa c'è dietro l'angolo, ma questo vale anche nell'altro senso. Che ne sappiamo oggi che un cambiamento delle condizioni climatiche o la comparsa di nuovi parassiti e di nuove malattie non renda in futuro assolutamente indispensabile aver portato avanti un certo tipo di ricerca e farci trovare preparati al meglio? In fondo una ventina di anni fa si pensava che fosse definitivamente chiusa l'era delle malattie infettive, ma poi è comparso l'Aids, per non parlare della cosiddetta "mucca pazza". Restare senza una valida ricerca e senza una costruttiva osmosi fra ricerca e tecnologia potrebbe rivelarsi un errore fatale. Ma se le cose stanno davvero così, dirà qualcun altro, perché anche i governi di altre nazioni mostrano delle riserve e sollevano dubbi? Questo è un altro discorso. Accanto alle considerazioni di natura prettamente scientifica ne esistono molte altre di natura economica, sociale e politica. Ogni nazione ha la sua politica nel settore agroalimentare ed è comprensibile che ognuno persegua il proprio vantaggio. Quello che non è accettabile è che si usino argomentazioni scientifiche non corrette per sostenere posizioni che possono essere per altri versi condivisibili. Certo il nostro esecutivo acquisterebbe molto in credibilità se accanto ad atteggiamenti ispirati ad una sana prudenza prendesse anche concrete misure per promuovere e potenziare nel nostro Paese la ricerca scientifica in generale e quella biologica in particolare.