Blair: "No alla clonazione umana" Londra vuole una legge, ma la ricerca continua Dopo il via libera alla riproduzione di embrioni a scopo terapeutico, uno stop etico alla genetica PAOLO FILO DELLA TORRE --------------------------------------------------------------------- LONDRA - Il dibattito sulla clonazione è tornato ad accendersi in Inghilterra. Dopo l'approvazione del Parlamento britannico della clonazione di embrioni umani a scopo terapeutico, ieri il primo ministro Tony Blair ha annunciato una legislazione che dovrebbe disciplinare severamente l'uso degli embrioni negli esperimenti riproduttivi. Il governo laburista intende fissare confini precisi per garantire un utilizzo etico della clonazione. Blair vuole scrivere regole precise per rendere illegale, se non impossibile, la riproduzione di esseri umani in provetta. Il Partito laburista, nel manifesto elettorale per la consultazione alle urne che dovrebbe avvenire nelle prossime settimane quasi certamente inserirà promesse specifiche per rassicurare l'opinione pubblica. Il premier ha incaricato il ministro della Sanità Alan Milburn di studiare con gli esponenti della classe medica e con gli scienziati come rendere impossibile in Gran Bretagna la clonazione umana. Blair vuole anche un accordo internazionale perché i principali paesi del mondo mettano in cantiere una legislazione precisa come quella che almeno nelle intenzioni del governo dovrebbe essere varata nel Regno Unito. Gli esponenti dei principali partiti di opposizione in questo caso concordano con il primo ministro. Come pure la "Human Fertilisation and Embryology Authority" la commissione etica britannica in materia di embriologia e fertilizzazione umana. Tuttavia negli ambienti accademici si riscontrano seri dubbi sulla reale possibilità di porre confini alla scienza genetica. Lo scorso anno l'Independent effettuò un sondaggio tra 32 scienziati britannici a proposito degli effetti delle nuove scoperte nella clonazione di embrioni. Risultò che la maggioranza ritiene almeno probabile che la clonazione dell'uomo a scopo riproduttivo avverrà nei prossimi vent'anni nonostante l'opposizione dell'opinione pubblica mondiale. Opposizione talvolta durissima, come quella espressa da papa Giovanni Paolo II: la Chiesa considera inaccettabile moralmente la clonazione anche di embrioni umani a scopo terapeutico. Ma la scienza non può essere contenuta dall'imposizione di provvedimenti che tra l'altro sono condizionati all'estensione dei territori dove vengono applicate. Il Parlamento britannico in piena sintonia con il parere del governo ha da tempo votato a favore della riproduzione artificiale di cellule umane come scopo di ricerca e di lotta contro malattie che venivano in passato considerate incurabili. Inoltre la Gran Bretagna punta ad una leadership mondiale nella genetica applicata alla Sanità.