06.12.05 |
L'azienda: la macchina armonica di Ernesto Gismondi | |
Commenti dei lettori : 3 Comments from the readers : 3 |
Qual è il percorso della mia vita? Mio padre faceva il cinema, io ho deciso di fare un'altra cosa. Prima ho pensato di fare gli aeroplani, poi i missili. Però per fare missili bisognava avere tanti soldi, quindi ho chiuso la partita missili. Mi sono divertito ad aprire Artemide mentre insegnavo al Politecnico. Sono anch'io uno di quegli italiani che se non ha due o tre lavori non passa bene la giornata! L'azienda è una macchina utile alla società? Che cosa deve fare l'imprenditore? Le aziende oggi si confrontano con il mondo, sono la spinta del mondo, senza nulla togliere alla politica, alla religione, etc. Sull'utilità sociale io non ho il minimo dubbio: pensate un modo senza lavoro come può essere, è meglio cercare di salvare i posti di lavoro e fare tutto il possibile perché la gente possa vivere, possa avere una casa. Ciò che conta è che ognuno faccia la propria parte attraverso il lavoro, dal quale si ricava il reddito per vivere. Come mai ci sono aziende che falliscono? Il fallimento deriva da tante ragioni possibili: una è che il padrone "rincoglionisce" e questo è possibile, l'altra è che cambia il mondo e si crede di poter fare delle cose che invece vanno diversamente. Come fa l'azienda a crescere e ad essere qualcuno? Le imprese devono innovare perché devono continuare ad esistere: se non innovi, se non vai avanti, se non presenti dei prodotti nuovi, dei prodotti che diano qualcosa di più, sei destinato alla morte, come il caso del tecnigrafo. L'innovazione che cos'è? Com'è fatta? Non vi sto a ripetere che è indispensabile, anche perché credo sia chiaro a tutti. L'innovazione nasce in azienda da uno solo, se c'è un leader, altrimenti da uno staff di menti pensanti che studiano che cosa si deve e che cosa si può fare in funzione di che cosa sa fare l'azienda. Come fare? Bisogna guardarsi intorno nel mondo e capire che cosa c'è, chi sono i concorrenti, come si muove la società, quali sono le nuove tendenze. Questo è ciò che si fa nel medio termine, in due o tre anni il programma stabilito deve essere realizzato. In realtà il programma non è mai uno solo, ma ci si muove su canali diversi per riuscire a fare prodotti che siano interessanti. Vi faccio un esempio vissuto di programma a medio-lungo termine: Artemide e la Cina. Si parla della Cina, del Sud-Est asiatico, del BRIC (Brasile, Russia, India, Cina), i mercati del futuro, mercati che non si può far finta che non ci siano, perché l'azienda non vive da sola, non è un artefatto che sta lì nella sua nicchia. Se fa la nicchia, muore lentamente, magari con il suo fondatore. Di fronte a questo che cosa ho fatto io? Conosco bene questi problemi perché ho frequentato la Cina parecchie volte e ho capito che non è possibile rinunciare a quel mercato, è un suicidio, bisogna assolutamente essere là. Quindi ho pensato che bisogna andare "a combattere" in Cina con quelle che sono le nostre capacità che sono saper produrre ad altissima qualità e con inventiva e saper creare prodotti innovativi e molto belli. Perché la nostra forza, quella che si chiama Made in Italy, è questa nostra capacità di saper creare degli oggetti non solo funzionali, ma di altissimo design e questo ci distingue moltissimo da altri Paesi che fanno cose diverse. |
La testimonianza del dott. Ernesto Gismondi, a parer mio, è stata una delle più interessanti. Infatti l'imprenditore di Artemide dichiara come il loro fattore critico di succeso più importante sia "l'Italianità" dei loro design e dei loro prodotti.
Inoltre, essendo studente di Marketing, mi è piaciuto molto l'approccio market oriented di Artemide e la loro concezione molto innovativa dell'illuminazione (human light). I loro processi di progettazione infatti non si limitano semplicemente ad innovative soluzioni tecniche e di design, ma analizzano profondamente le varie componenti che formano la luce e i colori affidandosi anche al contributo di discipline non propriamente economiche come la psicologia. Studiare nuovi modi di offrirsi alla clientela, nuovi approcci al mercato che considerano l'illuminazione come componente fondamentale d'arredamento, possono permettere di ottenere vantaggio competitivo di lungo periodo e di potersi districare efficacemente anche di fronte a nuove problematiche concorrenziali (come ad esempio la concorrenza Cinese).
Ciò che più mi ha colpito è stata la seguente affermazione:"il nostro compito è quello di soddisfare i bisogni che la gente non sa ancora di avere" .
Ritengo che in questa frase sia racchiusa la principale forza che caratterizza il Gruppo Artemide nonchè la vera innovazione. Credo che la testimonianza del dott.Gismondi abbia ribadito l'importanza di uno dei principi fondamentali sulla quale si fonda il marketing, ossia la necessità di avere un orientamento costante al consumatore, a quelle che sono le sue esigenze per poter delineare un'offerta congruente alle sue necessità.
In contesti evoluti,in mercati maturi, diventa fondamentale riuscire a far leva sui bisogni difficilmente percepiti. I bisogni primari sono da tempo stati soddisfatti e credo che lo stesso consumatore, ormai saturo di qualsiasi cosa, abbia difficoltà a comprendere quello di cui realmente ha bisogno.
Cercando dunque di essere un passo più avanti rispetto alle esigenze percepite dal consumatore, l'azienda tutela sè stessa dalle minacce dei competitors, riuscendo a differenziarsi generando costantemente nuove idee, che sfociano in prodotti resi ancora più unici dalla qualità e dal design...
Ernesto Gimondi, fa capire dalla sua testimonianza che seguendo la strada della continua innovazione, della assoluta qualità di prodotto - servizio e del design di eccellenza made in italy ma non solo, si riesce a rimanere nel lungo periodo altamente competitivi tanto quasi da non riconoscere dei veri competitor di riferimento.
L'innovazione messa in essere da Artemide segue tutte le vie possibili dalla tecnologia a led allo studio medico-psichico del effetto luce sull'uomo passando per l'intuizione che pur essendo gli italiani strepitosi designers al mondo vi sono altri designer che crescono e devono quindi essere tenuti in considerazione.