(fai clic per ingrandire l'immagine)
1. Scrivi un dialogo (in forma di
dialogo) che affronti e sviluppi una delle domande presenti nell'indice,
in modo aderente al tema di fondo dell'innovazione "poiesis intensive"
(leggi la breve
Introduzione).
Per vedere il tuo dialogo sul web ti basterà
per posta elettronica, penserò io alla pubblicazione vera e propria. Il tuo
nome (senza indirizzo e-mail) apparirà on line sotto al titolo del dialogo da
te scritto.
2. Il dialogo può essere di qualsiasi lunghezza. Anche di poche battute.
[3 febbraio 2005]
[la regola seguente si è trasformata in una proposta.
I frequentatori di DiaBloghi, infatti, hanno spesso preferito non rispettarla...
e così, seguendo le indicazioni lanciate dal
dialogo di Beniamino Sidoti, non potevo che accettare (volentieri) di variarla]
4. Per ogni domanda possono esserci più dialoghi. Quindi, se per una domanda qualcuno ha già scritto un dialogo, anche tu puoi farti avanti per scriverne un secondo (o un terzo...): verranno pubblicati tutti. I dialoghi possono non avere continuità fra loro. Un primo autore potrà scegliere, ad esempio, di dialogare con la figlia, un secondo potrà mettere in gioco Leonardo da Vinci (sempre come esempio).
5. E' possibile "rispondere" ai dialoghi: con un altro dialogo (vedi punto 1) oppure con un intervento, un commento, da inviare a segnalandomi a quale dialogo si riferisce. Penserò io, in breve tempo, a pubblicarlo nel blog. Apparirà il tuo nome (ma non il tuo indirizzo di posta).
6. Le domande, che ci siano o meno dialoghi a svilupparle, non decadono nel tempo. Quindi, se tu volessi scrivere un dialogo in risposta ad una domanda già presente da tempo nell'indice, lo vedresti comunque pubblicato nella Pagina d'ingresso di DiaBloghi.
7. E' possibile propormi nuove domande da lanciare in DiaBloghi comunicando con via posta elettronica.
Cosa c'è di più bello (e anche di difficile), che spiegare alla propria
figlia qualcosa di complesso.
Se scegli di avere questo personaggio come dialogante, considera l'età
della figlia: certo cambia se la immagini di cinque anni o di sedici. Se il lettore,
attraverso il dialogo, riuscirà a capire l'età della figlia con
cui parli, sarà un valore aggiunto al godimento della lettura.
Gregory Bateson nei suoi metaloghi,
utilizzava proprio la figura della figlia... chissà che non li facesse
veramente quei dialoghi.
Per un esempio ispiratore fai clic qui (dove si spiega anche perchè una figlia e non un figlio).
Altra figura d'eccellenza nella storia della scrittura in forma di dialogo. L'allievo è qualcuno a cui hai già insegnato parte del tuo sapere e contemporaneamente ha delle idee sue: per sentito dire o per convinzioni personali. Ha anche una sua visione personale delle cose, per cui potrà porti anche ulteriori domande scomode, che tenteranno di saggiare la veridicità di quel che vuoi spiegargli.
Per un esempio illustre fai clic qui.
Nel film "non ci resta che piangere", Benigni e Troisi, proiettati nel passato, incontrano Leonardo Da Vinci scatenando situazioni esilaranti. Questo personaggio, ha una mente stupefacente e geniale. L'unico problema è che, essendo vissuto nel passato, non può sapere nulla delle scoperte recenti. Se scegli di dialogare con lui, considera questo: potrà capire tutto, spiegarti anche lui molte cose, ma tu non dare per scontato che conosca quel che descrivi e che abbia gli stessi tuoi punti di riferimento!
Se scegli di avere a che fare con lui, devi sapere che, a differenza del personaggio della figlia, lui è molto più diffidente e testardo. E' un pratico: fa fatica a capire le cose più semplici e sa parlare a malapena; ma se provi a chiedergli qualcosa della caccia, ti saprà descrivere ogni trucco e ogni aspetto del luogo in cui vive.
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