Il Sole 24 Ore del 21 giugno 2006 L'innovazione dipinta di FRANCESCO DAVERI Sono più importanti le rare innovazioni radicali che cambiano la nostra vita in modo marcato e spesso irreversibile o le piccole innovazioni incrementali di tutti i giorni di cui quasi non ci accorgiamo? Contribuiscono di più al progresso tecnologico la Microsoft di Bill Gates o i ragazzi estoni che inventano Skype nel loro piccolo laboratorio? Si tratta di domande affascinanti che si possono a Joro volta ricondurre a un problema semplice ma fondamentale: come si misura l'importanza di un'innovazione? David Galenson, esperto di art economics di Chicago; ha provato ad affrontare il problema assumendo un punto di vista peculiare, e cioè prendendo in considerazione i dipinti del ventesimo secolo come esempi di innovazioni e i pittori che li hanno realizzati come esempi di innovatori. Ha poi stilato una classifica dei più importanti dipinti e pittori del ventesimo secolo sulla base della frequenza con cui le immagini delle opere del '900 sono riportate sui più famosi compendi di storia dell'arte dal 1990 in poi. Sulla base del numero delle citazioni, la parte del leone nella classifica dei migliori pittori del Novecento la fanno gli artisti "concettuali" (come Pablo Picasso, Henry Matisse e Andy Warhol) cioè coloro che hanno prodotto le loro opere migliori durante brevi (ma talvolta ripetute) fiammate di creatività, spesso prima di compiere trenta anni. Picasso, il più grande artista del Novecento secondo il criterio di Galenson, ha messo le basi del cubismo dipingendo cinque prostitute di Barcellona nel quadro Les Demoiselles d'Avignon (il miglior quadro del '900 nella classifica di GalensOn) nel 1907 e ha poi esteso l'ambito di applicazione del cubismo a tematiche politico-sociali con Guernica nel 1937. Matisse ha fondato la breve stagione del Fauvismo con I dipinti del 1905. In altri ambiti E periodi, Warhol, con le sue trentadue lattine di zuppa Campbell deL 1962, ha insegnato al mondo che anche produrre immagini in serie impiegando tecniche meccaniche era comunque arte. In tutti i casi, l'arte di dipingere non è più stata la stessa dopo Picasso, Matisse e Warhol. Contributi meno eclatanti in termini di citazioni ma ugualmente presenti nella Top Ten di Galenson provengono da un'altra grande categoria di artisti, i pittori "sperimentali", di cui gli astrattisti Kandinsky e Mondrian sono i rappresentanti più noti. Questi artisti, a differenza degli innovatori concettuali, hanno prodotto le loro opere migliori con miglioramenti graduali, rimanendo quasi sempre insoddisfattti delle loro opere. Ciò li ha spesso indotti a continuare a sviluppare lo stesso tema per la maggior parte della loro carriera («I sometimes look back at the past and despair at How long this solution took me», scriveva Kandinsky). Indipendentemente dalle possibili difformità di valutazione sulle posizioni in classifica dei vari artisti, interpretare le opere d'arte come fossero innovazioni è una bella idea. Un dipinto è particolarmente significativo non solo perché è bello secondo il canone estetico del tempo ma soprattutto se cambia il modo di dipingere degli altri pittori. Vale anche per le innovazioni economiche: le tecnologie dell'informazione sono così importanti perché sono suscettibili di molteplici impieghi e offrono la possibilità di generare tante altre innovazioni. Ma è lo stesso anche in campo scientifico, dove un articolo è rilevante se esce su una buona rivista e ha un alto impatto sull'attività scientifica di altri ricercatori. Non casualmente il principale curatore delle sezioni di pittura del Museum of Modern Art di New York - forse il museo più famoso del mondo - descrive la missione del MoMA come un tentativo di «raccontare la storia di innovazioni successive» piuttosto che di rappresentare la longevità delle carriere individuali. È un altro modo di dire che il contributo di un artista non può essere valutato in sé, semplicemente sommando le sue opere nel corso della sua carriera, ma solo in relazione al suo Impact Factor. E contare il numero delle citazioni (o la frequenza con cui le opere appaiono nei libri di storia dell'arte) è un modo per valutare l'importanza delle innovazioni in campo artistico misurandone l'impatto attraverso il parere degli esperti del settore. Naturalmente, contare le citazioni nei libri di arte non è il solo criterio per misurare l'importanza relativa delle opere d'arte. Un criterio alternativo potrebbe essere quello di considerarne il valore di mercato. Un elevato valore di mercato di un'opera d'arte di solito incorpora l'elevato Impact Factor dell'opera, così come la sua capacità di riflettere il suo tempo. Può quindi essere una misura della sua importanza. Poche settimane fa, per esempio, il magnate dei cosmetici Ronald Lauder ha pagato 135 milioni di dollari per acquistare il ritratto della signora Adele Bloch-Bauer di Gustav KIimt. E' la cifra più alta mai sborsata per una singola opera d'arte. Forse il quadro di Klimt è il quadro più bello e più importante -del mmOdo. Non è detto che sia così. TI criterio del valore di mercato, almeno in campo artistico, è, infatti, un indicatore molto impreciso dell'importanza relativa delle opere. La maggior parte di queste (e spesso le più belle) non arrivano mai a essere scambiate sul mercato: la Gioconda, insomma, potrebbe non entrare mai nella Top Ten, un risultato certamente paradossale. Per il momento, a chi si voglia cimentare con la missione impossibile di commisurare l'importanza dei vari quadri, non rimane che ricorrere al parere degli esperti e riferirsi al numero delle citazioni.