Il Sole 24 Ore, 1 dicembre 2005 Il valore della Creazione di Luca De Biase ------------------------------- Che succederebbe se si mettessero insieme un Michelangelo e un Leonardo e si chiedesse loro di risollevare le sorti dell'economia italiana? Forse nulla e forse tutto. Perché la cultura artistico-umanistica e l'approccio tecnico-scientifico viaggiano di solito su binari paralleli, ma quando si incontrano possono generare idee davvero nuove. Già, le idee. Circondati dai problemi, gli italiani forse ripensano allo scetticismo di Giorgio Gaber "Se potessi mangiare un'idea". Ma quelle parole si riferivano a un'epoca industriale nella quale le materie prime e la loro manipolazione costituivano la gran parte del valore. Oggi invece l'economia si alimenta proprio di idee e il valore si trova nell'immateriale immagine, significato, sorpresa, divertimento, funzionalità d'uso, segno, idee. Sul piano scientifico, come spiega l'articolo di Helen Phillips in questa pagina, le idee nuove sono appunto il frutto dell'incontro di diverse visioni del mondo. Se quell'incontro è armonico, genera un paradigma interpretativo imprevisto che a sua volta può tradursi in azioni, prodotti, servizi, mai visti prima. E' quello il momento della creatività: un momento per nulla astratto e trasognato, ma molto concreto e fattivo. L'Italia non è ai primi posti delle classifiche sulla creatività stilate da Richard Florida, l'esperto della materia del quale pubblichiamo un articolo nel paginone centrale. Le aziende del resto sembrano in ritardo nella comprensione dei valori della creatività, come scrive Walter Passerini. Ma l'Italia ha bisogno di riprendere in mano la sua riserva storica di idee per alimentare una ripresa: inventando per esportare come ha saputo fare nel Dopoguerra. Designer, stilisti, tecnologi hanno segnalato a "Nòva" le storie di alcuni tra i più promettenti creativi italiani. Tra loro ci sono anche Michelangelo e Leonardo in carne e ossa.