Allarme del garante: radiofrequenze e chip sotto pelle consentono di ricostruire ogni mossa
«Etichette intelligenti» che rendono possibile il controllo delle persone attraverso i prodotti. «Tecniche di localizzazione» che utilizzano chip sotto la pelle. Il garante per la riservatezza, Stefano Rodotà, si dice preoccupato.
Le nuove tecnologie non sono dannose, ma vanno discusse
Il resto degli italiani è invece tranquillissimo. L'unica «tecnologia
delle radiofrequenze» che ci interessa è quella del cellulare. Se c'è campo, ci
dichiariamo soddisfatti. Un'affermazione paradossale? No, purtroppo. Le società moderne
si preoccupano degli attacchi esterni e plateali (terroristi, assassini seriali,
avvelenatori), e ignorano quelli interni e silenziosi, che possono non essere meno
pericolosi.
NON DANNOSE - Le nuove tecnologie non sono dannose, anzi è vero il contrario: ma
vanno accettate e discusse una ad una. Chi pensa di comprarsi lavvenire
allingrosso, stia tranquillo: nel pacco è nascosta qualche fregatura. Certo: questo
esame richiede pazienza, e non è facile. Conosco scienziati che si fidano più
della coscienza professionale della categoria che dellemotività di massa: e
citano, come esempio, il dibattito sugli organismi geneticamente modificati (Ogm).
Non sono daccordo (e cito, come esempio, i tentativi di clonazione umana). Ma se
fossi costretto a scegliere tra la decisione di uno scienziato e quella
dellindustria che lo finanzia, non avrei dubbi. Mi fiderei di chi non vuole vendermi
nulla. Bisogna evitare il luddismo e lallarmismo. Però è bene che lo ficchiamo in
testa: chi ha cattive intenzioni, oggi, conta sulla nostra pigrizia e sul nostro disinteresse
(non vale solo per la tecnologia e il commercio: è una vecchia astuzia del potere).
Non so se le «etichette intelligenti» che sostituiranno i codici a barre -
ricordate? qualche anno fa sembravano il marchio della modernità - siano davvero
intelligenti o piuttosto stupide. A certe condizioni, probabilmente, sono utili. Per
rintracciare alcuni medicinali, ad esempio. Ma è bene sapere che consentiranno anche di
localizzare il malato che li usa.
COMPROMESSO - Questo potrebbe essere un compromesso accettabile: tocca a noi
decidere. Ma è accettabile - per usare le parole di Rodotà - che «il corpo umano
possa essere predisposto per essere seguito e localizzato permanentemente»? Non parliamo
di braccialetti elettronici - prototecnologia! - ma della possibilità di inserire
sotto la pelle un chip che permette la localizzazione, magari di persone rapite,
criminali o detenuti in libertà provvisoria. Ci va bene? Daccordo. Ma ripeto: siamo
noi a dover capire e approvare le novità. Non qualcuno che sorride dentro una
pubblicità. Il futuro è una motocicletta: eccitante, ma bisogna guidarla, altrimenti si
rischia di andare a sbattere. Gli americani, in genere, lo fanno. Ma ogni tanto si
distraggono, e la moto va avanti da sola. Così sembra, almeno: in effetti, qualcuno alla
guida cè sempre. «Una società Usa - ha raccontato ieri il garante - ha presentato
il servizio VeriPay: un chip sotto la pelle funzionerà come una carta di
credito, rendendo più veloci i pagamenti». Grande idea! Non potremo più dire
daver dimenticato a casa il portafoglio. Ma quando scade, il rinnovo si farà in
banca o in anestesia locale?