Università Cattolica -- News 24/02/2005 «Riformulare l’idea di assistenza» L'incontro con il professor Daniel Callahan, promosso dalla Fondazione Giannino Bassetti, è stata l'occasione per riflettere sulla sostenibilità degli attuali sistemi sanitari Di Fabio Cesaro ----------------------------------------------- Innovazione, salute e sanità, questi gli argomenti sui quali si è discusso nell'incontro con il professor Daniel Callahan, bioetico e cofondatore dell'Hastings Center, promosso dalla Fondazione Giannino Bassetti in collaborazione con l'Università Cattolica di Milano. Il tema della "Medicina sostenibile" ha animato il dibattito introdotto da Lorenzo Ornaghi, rettore della Cattolica, con gli interventi di Cesare Catananti, direttore sanitario del Policlinico Gemelli di Roma, Giuseppe Remuzzi, coordinatore ricerche dei Laboratori Negri di Bergamo, e di Piero Bassetti, presidente dell'omonima Fondazione. La prima "provocazione" del professor Callahan, ha una portata strategica: «Gli scopi e i mezzi della medicina moderna devono oggi essere riesaminati ex novo». Lo studioso, pioniere nella riflessione sulla bioetica, elenca le cause dei costi dell'assistenza sanitaria: invecchiamento della società; introduzione di tecnologie sempre più costose; richiesta da parte dei cittadini di una medicina sempre migliore. "l'aumento dei costi.. sostiene l'autore del saggio La medicina impossibile (2001) - mina la sostenibilità stessa dell'intero sistema sanitario". Per Callahan, tenendo come riferimento la prevenzione e non le cure, la società dovrebbe riformulare radicalmente la propria idea di assistenza sanitaria e porre dei limiti e degli obiettivi alla ricerca scientifica e all'innovazione tecnologica. Per Piero Bassetti "l'innovazione è realizzazione dell'improbabile. È il luogo d'incontro e di realizzazione tra sapere e potere, scienza e capitale". l'imprenditore sposa l'idea di un'innovazione consapevole e responsabile, la sola capace di rendere possibile un sano e duraturo sodalizio tra scienza e capitale. Callahan, andando al di là degli schemi tradizionali, parla di due modelli di medicina/sanità. Il primo è quello contemporaneo che ha come pilastri "il progresso illimitato, tecnologia senza limiti, soddisfazione di tutti i desideri grazie alla medicina. Questo sistema - sostiene il professore - , dà più importanza alla cura che alla prevenzione, più alle malattie acute che a quelle croniche, più al beneficio individuale che a quello collettivo". Per il bioetico newyorkese questo modello produce ingenti spese, alla lunga insostenibili, che minacciano un sistema di assistenza, universale ed equo, pregiudicando quello pubblico a vantaggio del privato. L'altro modello illustrato dall'esperto è quello improntato a una "medicina sostenibile", accessibile a tutti con livelli di assistenza non molto differenziati, garantendo in tal modo un'equa attenzione medica a tutti. Esso dà maggiore enfasi all'assistenza piuttosto che alla cura e punta, attraverso un equilibrato sviluppo tecnologico, a un più razionale uso delle risorse. Il professor Catananti ha evidenziato tutte le difficoltà di una concreta realizzazione di questo secondo modello sanitario, sottolineando In particolare la positività dell'innovazione tecnologica in medicina e di conseguenza il rischio del concetto di limite. "Il porre limiti - ha sostenuto il direttore sanitario Catananti -, potrebbe tradursi in un'imposizione dei limiti stessi. E chi dovrebbe poi imporre tali limiti?'" Riguardo all'imposizione di "limiti", Callahan ha replicato che "la sola autorità a poter porre del limiti è Il governo. Limiti che si potrebbero tradurre anche come semplice controllo, effettuato dallo Stato, ad esempio sui prezzi dei medicinali, considerata la loro sempre maggiore importanza per la salute e la non fruibilità delle cure da parte di tutti i cittadini per l'elevato costo", Il professar Remuzzi si è detto d'accordo con lo scienziato americano per l'enfasi data all'aspetto della prevenzione, condividendo la necessità di insistere nel cambiare le abitudini delle persone. Prendendo come esempio positivo la legge contro il fumo. "Sono ancora 12 milioni le persone che fumano ogni giorno. Eppure - ha ribadito l'esperto - , smettendo di fumare si ridurrebbe del 30% il rischio di tumori, cori un risparmio ingente anche dal punto di vista economico. Le maggiori perplessità si concentrano sugli aspetti politici e sociali del modello proposto da Callahan. "Quante persone infatti sarebbero realmente disposte a rinunciare cure che potrebbero permettere loro una vita più lunga? Senza uno specifico programma e una precisa volontà politica di cambiamento delle abitudini e delle aspettative si rischia di restare ancorati a una velleitaria ambizione". La complessità del modello proposto da Callahan sta dunque nell'esigenza di una rivoluzione culturale, sociale e politica che si affermi nel lungo periodo, alla stregua del femminismo o dell'ambientalismo. Un ripensamento complessivo del welfare, di ciò che è progresso, consumi e benessere.