IL SOLE 24 ORE DEL 28 SETTEMBRE 2006 

L'INTELLIGENZA CHE VORREMMO
DI ROBERTO VACCA

Il mio pc ha un disco rigido da 60 Gb. Quando cambierò il computer fra 3 
anni, ne avrò usato poco più della metà, eppure scrivo tanto e immagazzino 
dati ogni giorno. Poiché la tecnologia lo consente, si offrono a tutti 
soluzioni richieste dall'uno per mille della popolazione e si sovrabbonda 
ovunque. Inutilmente Epitteto scrisse 20 secoli fa: «Lo schiavo che porta in 
spalla il pane per la squadra che va al lavoro, non riuscirà a mangiarne più 
degli altri».
Ci vengono offerti sempre più aiuti tecnologici complessi per risolvere 
problemi che abbiamo sempre risolto in modi faci1i, intuitivi, rapidi. Senza 
navigatore sul cruscotto, ho guidato senza problemi per centomila chilometri in 
Paesi di 4 continenti in cui si parlano 10 lingue diverse. È prematura l'idea di 
ricorrere in avvenire a sistemi di guida automatica. Se falliscono, si potranno 
avere incidenti immani e problemi legali interminabili per definire torti e 
responsabilità.
Intanto ricercatori e imprenditori mirano a creare pretese funzioni di 
intelligenza artificiale. Le macchine proposte ricevono informazioni 
dall'ambiente e da altre fonti (a te ignote), registrano le tue abitudini e 
cercano di indovinare (second guess) e prevenire i tuoi desideri e richieste. Sono 
allo studio sensori del tuo stato d'animo per meglio interpretare i tuoi messaggi 
e prevedere le tue esigenze. Già oggi se digito «sett», il computer mi chiede: 
«Premere "invio" per inserire "settembre"?». Ma no: voglio scrivere «setticemia»! E 
ora si annuncia la tecnologia della «cognizione aumentata». Legge il tuo 
elettroencefalogramma, registra i tuoi tempi di reazione e le tue distrazioni e 
decide se darti segnali d'allarme o filtrare i troppi segnali che ti arrivano.
Fra gli ausili più modesti, non ci servono davvero le schermate di agende e memento: 
in tanti anni abbiamo imparato bene a organizzare le nostre giornate, priorità, 
appuntamenti, scadenze. Fra poco sarà disponibile un telefonino con navigatore 
avanzato anche per chi va a piedi. Ti suggerirà di prendere un bus perché sta per 
piovere. Se è ora di cena, proporrà un ristorante vicino, spiegando come ci arrivi 
e descrivendo piatti tipici e loro prezzi. Se lo usi per prenotare un tavolo in un 
ristorante in cui già sei stato, proporrà di ordinare le stesse cose del mese 
scorso; irritante come il cameriere che dice: «Il solito, dottò?». E devi spiegare 
che hai cambiato idea.
Il concetto estremo è quello dell'ambiente intelligente e searnless 
(senza soluzione di continuità): comunichi con la stessa tecnica con serrature del 
portone e dell'auto, biglietterie, navigatori e call cen­ter, uffici pubblici e 
pubblica sicurezza. Talora sei forzato a pagare per i servizi, accettando di 
ricevere messaggi pubblicitari (credo sia imminente una rivolta del pubblico contro 
la pubblicità continua, irritante, falsa). I pretesi ambienti intelligenti 
dovrebbero rispondere a ogni domanda di chiunque su situazioni urbane e dei servizi, 
leggi e regolamenti, informazioni generali. Però nessuno li sa progettare in modo 
che diano risposte sensate a utenti che differiscono per esperienza, cultura, 
provenienza, intelligenza.
Taluno mira a esasperare gli automatismi di Chaplin in «Tempi Moderni» e propone di 
riempire le stanze da bagno di sensori e attuatori per farsi lavare e asciugare in 
modo automatico. Ai nostri muscoli fa bene di muoversi e sforzarsi: non ha senso 
eliminare l'attività fisica dalle attività personali di ogni giorno e poi dover 
andare in palestra per muovere molle o pesi senza scopo.
Fra le innovazioni annunciate, ci sono le comunicazioni a voce fra uomo e macchina. 
Sono state già realizzate in modo efficace con un piccolo vocabolario di ordini 
vocali scelti con cura e il sistema è certo utile per chi non ha l'uso delle 
mani. Se il numero di parole da riconoscere cresce, gli errori sono più probabili, 
i vantaggi scompaiono e i rischi crescono. Sono stati codificati o stampati con 
successo testi parlati continui (cioè non dettati) almeno da alcuni utenti ben 
identificati. Questi sistemi possono essere utili in tribunali e parlamenti, non a 
chi compone testi. L'operazione che richiede tempo e attenzione è la scelta di 
concetti, parole e frasi, non certo la registrazione su supporto. E' sconsigliabile 
affidare alla voce il governo di macchine importanti.
Esito a descrivere altre idee bislacche: qualcuno tenterebbe di realizzarle davvero. 
Oggi scegliamo gli sfondi dei desktop. Domani le finestre potrebbero essere schermi 
tv. A scelta diventano trasparenti (e vedi quel che c'è fuori) oppure mostrano altre 
immagini trasmesse in tempo reale. Se hai un visitatore londinese, lo metti a suo 
agio mettendo sulla finestra la vista su Piccadilly Circus.
La virtualità esasperata si potrebbe usare per creare giochi di ruolo in cui, ti 
trovi in casa castelli e foreste inesistenti, indossi costumi medioevali virtuali 
che seguono i tuoi movimenti. Queste innovazioni si palesano sempre più in tutta la 
nudità del loro cui bono.