Ancora RFID: la visione tecnologica
Continuiamo la discussione sulla teleidentificazione a radiofrequenza avviata nella nota Sapranno dove sei, per vederne gli aspetti positivi.
Il guru per eccellenza delle nuove tecnologie, Esther Dyson, sta dedicando molta attenzione all'argomento RFID nel suo nuovo blog personale e nella sua newsletter, sostenendo che si è raggiunta già la massa critica per avviare usi concreti.
Già da anni è operante un consorzio, l'Auto-ID Center formato da cinque università di quattro continenti guidate dall'MIT e da un centinaio di imprese multinazionali.
Obiettivo di tale consorzio è "progettare, costruire, testare e diffondere un'infrastruttura globale, come strato al di sopra dell'Internet, che renda possibile ai computer l'identificazione di qualunque oggetto in qualunque luogo del mondo istantaneamente."
La visione è centrata su una rivoluzione logistica: fine delle verifiche di inventario, fine delle spedizioni perdute o errate, fine delle stime imprecise dei materiali sulla catena di fornitura, fine delle stime di quanto materiale è sugli scaffali di un punto vendita.
Possiamo immaginare supermercati senza cassiere in cui il computer della cassa analizza a distanza il contenuto del carrello e si fa pagare con la strisciata del Bancomat, oppure scaffali intelligenti che sanno da soli quando si stanno svuotando ed emettono l'ordine per il fornitore, realizzando il perfetto just-in-time.
Il cuore dallo RFID sarà quasi certamente (la standardizzazione è in corso) il cosiddetto EPC: Electronic Product Code, ovvero un nuovo identificativo universale di prodotto simile agli attuali codici a barre.
La differenza è che il codice a barre identifica il singolo articolo (ovvero paese di origine, produttore, articolo e tipo di confezione), mentre il nuovo codice identificherà anche il singolo esemplare del prodotto e consentirà di tracciarlo in tutta la sua storia.
Quindi una certa lattina di birra nasce con il suo tag RFID quando viene riempita, viaggia in una confezione anch'essa dotata di RFID su camion e magazzini che la conoscono, movimentandola automaticamente sino alla sua destinazione su uno scaffale di supermercato, dove un certo consumatore la mette nel carrello dotato di RFID che viene analizzato dalla cassa dotata di lettore RFID.
I benefici saranno numerosi: oltre all'efficienza, migliore qualità dei prodotti per la loro completa tracciablità, maggiore produttività degli impianti e dei punti vendita con possibile riduzione dei costi di mercato, riduzione dei furti.
Numerose applicazioni sono in corso di progettazione non solo nella distribuzione commerciale, ma in settori diversi come la sicurezza del traffico stradale o la gestione di archivi informatici con supporti rimovibili.
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Blog ospitato nel sito della Fondazione Giannino Bassetti