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Tutti gli interventi di Agosto 2005
(sotto questo elenco trovi anche gli ARCHIVI mensili)
Questi sono gli interventi del mese di Agosto 2005
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Gli indici coprono il periodo che va fino ad Agosto 2005, mentre da Settembre 2005 gli Argomenti possono essere seguiti, in progressione cronologica, accedendo agli ARCHIVI (mensili) che si trovano in questa pagina, sotto l'elenco degli interventi.
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DiaBloghi
Blog di dialoghi sull'innovazione "poiesis intensive"
[25 maggio 2005]
"Rinnovare, cambiare o innovare?" è la nuova domanda apparsa in DiaBloghi!
[10 settembre 2005]
Leggi il "commento" scritto da Gavino Massidda in relazione al dialogo Cosa vuol dire che una cosa vale, e che vale poco o tanto?
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ARCHIVI mensili
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Gli aggiornamenti nei BLOG - BLOG Updates
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Governance dell'innovazione scientifica e tecnologica: il coinvolgimento degli esperti scientifici nelle decisioni politiche - Rassegne stampa [seguito dell'articolo precedente]
( 23 Agosto 2005 )
- Permalink -
(usare questo link per puntare direttamente a questo item degli Argomenti)
[Continua dal post precedente]
- Rassegna Marzo-Aprile 2001: vedere "Tra 'precauzione' e 'certezza': a chi spetta il ruolo decisionale?"
[ - Governo della ricerca scientifica - Lobby tecnico-scientifiche - Sedi autorevoli e indipendenti - ]
--- Spigolature ---
Prospettare il problema del
governo della ricerca in termini di lobby è non solo
inconsistente ma anche fuorviante, nel senso che sposta l'attenzione
dal vero problema, che è quello del rapporto fra consenso
democratico e autonomia della ricerca.
[...] [Occorre] porre la querelle politica-scienza al di fuori di ogni
integralismo, sia esso verde o religioso, ma all'interno di un sistema
di regole entro cui riconoscerci.
[...] In estrema sintesi, partendo dal presupposto che l'impresa
scientifica sia condizionata
dal sistema economico, attraverso il "principio di precauzione" si
vorrebbe
spostare il controllo sulla ricerca dalle agenzie economiche a quello
delle agenzie
politiche - normalmente identificate però, più che nelle strutture del
sistema
democratico, in indefiniti movimenti spontaneistici.
E se con la brutalità che pare contraddistinguere la verbalità di una
certa classe
politica, il ministro Bordon dichiara [Il Giornale del 12 aprile]: «La
scienza? Non
può mica tirare le conclusioni. Deve solo mettere a disposizione i dati
raccolti, poi
spetta al potere politico decidere», il politologo Guido Enrico Rusconi
intervenendo
su La
Stampa del 13 febbraio
coglie nella manifestazione degli scienziati il prodromo di un nuovo
equilibrio da
costruire fra ruolo della scienza e ruolo della politica.
Un'analoga posizione viene ripresa da Luigi Manconi su il Manifesto
del 20 febbraio. Manconi respinge l'autoreferenzialità degli
scienziati - la scienza giudica e giustifica
se stessa - per rivendicare l'importanza della decisione pubblica. «Si
tratta,
pertanto, di individuare sedi autorevoli e indipendenti - comitati
etici e organismi di
garanzia - capaci di tutelare i cittadini».
Le difficoltà, conosciute da chiunque abbia avuto a che fare con il
sistema decisionale
pubblico, consistono nell'individuare appunto le sedi autorevoli e
indipendenti.
Illuminante è al riguardo l'articolo di Riccardo Viale, Il
Sole dell'11 febbraio 2001,
che prendendo spunto dalla legislazione italiana sull'elettrosmog e
dalla diversa
posizione assunta al riguardo da due agenzie pubbliche, l'Istituto
Superiore di Sanità
(Iss) e dall'Istituto Superiore sulla Prevenzione e Sicurezza del
Lavoro (Ispesl),
analizza in modo approfondito le ragioni del "principio di certezza"
rispetto al
"principio di precauzione", evidenziando come sedi autorevoli e indipendenti possano
agire in modo difforme.
[...] Le applicazioni pratiche della
ricerca scientifica e la sua interazione con soggetti economici
multinazionali, stanno
modificando profondamente i modi delle decisioni pubbliche che a loro
volta risultano
sempre più condizionate dalla crescita di organi sovranazionali.
Non si tratta della fine della politica e dell'affermazione di una
tecnocrazia, ma bensì
di un nuovo modo di essere della politica che prima di tutto deve
essere compreso e
governato. In questo contesto può essere utile soffermarsi sulla
recensione di Edgardo
Bartoli (Il
Giornale del 1
febbraio) al libro di Adolfo Battaglia "Fra crisi e trasformazione,
il partito
politico nell'età globale".
- Il conflitto di interesse nella scienza (Maggio - Giugno 2001)
--- Spigolature ---
Poiché la
tecnoscienza ha assunto, anche nell'ambito della vita quotidiana, una
rilevante importanza, è altrettanto importante avere verso i
risultati dell'impresa scientifica un atteggiamento consapevole e
responsabile, che sappia andare al di là dello schema
"apocalittici o integrati", per cogliere, con spirito critico, in ogni
singola innovazione pericoli e vantaggi, costi e benefici.
Ma se una volta, almeno per le persone dotate di una buona cultura di
base, era abbastanza semplice comprendere e far comprendere che la
relatività einsteiniana non era la versione scientifica di "ogni
scarrafone è bello a mamma sua", per addentrarsi oggi nei
meandri della meccanica quantistica e delle biologia molecolare occorre
la guida di quei moderni mentori che sono gli "esperti".
[Da qui al porre in rilievo l'esistenza del problema del conflitto d'interesse il passo può essere abbastanza breve:]
[...] non possiamo non chiederci quanto nella distinzione
pubblico-privato vi sia di manicheismo ideologico e se veramente il
problema del conflitto d'interesse possa essere risolto demandando la
ricerca scientifica all'iniziativa pubblica.
[...] Il rapporto fra scienza e politica viene esaminato da Pietro Greco su
L'Unità del 9 giugno nell'articolo "Se il politico fa lo
scaricabarile", in cui viene approfondito il tema della strumentalizzazione da
parte della classe politica delle conoscenze scientifiche in funzione di interessi
estranei alla ricerca. Il punto nodale delle considerazioni di Greco è il tentativo dei
politici di cercare nella scienza un avallo a posteriori di decisioni prese prima per
tutt'altri interessi. Visto che, come scrivono Bobbio e Viroli in "Dialogo intorno
alla repubblica" (Laterza 2001) (confronta L'Unità del 1° giugno) il
successo politico negli Usa (ma solo negli Usa?) dipende dalla capacità di finanziamento
delle campagne elettorali, chi ci garantisce che dietro alla ritrosia di Bush nei
confronti di Kyoto non ci sia l'intenzione di ripagare un favore alla lobby petrolifera
texana?
[...] se in molti casi il problema del conflitto d'interesse consiste
nel trasmettere una informazione distorta, anche il sensazionalismo si
pone come un elemento di discredito dell'attività scientifica
favorendo un clima di incomprensione fra opinione pubblica e ricerca
scientifica. Clima distorto su cui allignano gli interessi, senza
nessun conflitto, di guru e ciarlatani.
- Dell'uso improprio del sondaggio, della sua carica deresponsabilizzante e dei possibili correttivi (Luglio 2002)
--- Spigolature ---
Dell'uso improprio del sondaggio, della sua carica deresponsabilizzante
e dei possibili correttivi, si è discusso il 3 giugno 2002 a Palazzo
San Macuto a Roma nel corso di un forum organizzato dalla rivista
"Reset" sul tema: "Nuovi esperimenti di democrazia: l'antisondaggio", e
cui hanno partecipato politici come Giuliano Amato, Carlo Rognoni,
Enrico Letta, Claudio Petruccioli, costituzionalisti come Massimo
Luciani e Antonio Baldassarre e sondaggisti come Renato Mannheimer.
[...] Al centro del convegno è stata la proposta dell'americano James Fishkin,
docente all'Università del Texas e ideatore di un progetto di "assemblee
deliberative" (deliberative polling).
Le "assemblee deliberative" derivate dal marketing aziendale sono strumenti
sul tipo dei "focus group" e delle "consensus conference" all'interno delle quali si formano i
cittadini: seminari, scambio di opinioni, confronto diretto. «Proviamo ad immaginare -
spiega Bosetti - che si selezionino, secondo i noti criteri di rappresentatività
statistica 500 persone e le si convochi come per un congresso. Si sceglie un tema, per
esempio le politiche sulla criminalità e si faccia confrontare i convocati prima con gli
esperti, poi fra di loro e, infine con i politici per quattro giorni. E alla fine si
verifichino i cambiamenti di opinione».
- SpoletoScienza 2002: "Il governo della scienza" (Luglio 2002)
--- Spigolature ---
[...] il tema di cui si
è dibattuto a SpoletoScienza 2002 è "Il governo della
scienza", in particolare dedicando le due giornate inaugurali di sabato
29 e domenica 30 ai temi "Priorità, politiche e Governance" e
"Il caso delle Cellule Staminali".
Scrive Greco: «l'interpenetrazione
tra saperi scientifici e dinamiche sociali è ormai tale che
(...) i ricercatori non hanno più la possibilità di
rinchiudersi in una torre d'avorio e sottrarsi al dibattito
politico»
- Quale futuro per il pianeta? A chi credere? (Agosto 2002)
--- Spigolature ---
In "Ambiente, a chi
credere?"
(Avvenire, 11 luglio 2002) Giuseppe Longo afferma: "Quando gli
scienziati devono affrontare i problemi reali, vengono fuori i loro
pregiudizi, la loro ideologia, le loro emozioni, insomma tutta la loro
irrazionalità. Non esistono dati certi, esistono solo dati
interpretati (o addirittura manipolati) per dimostrare tesi
preconcette. Da una parte e dall'altra, beninteso. Di chi fidarci
allora? Non solo noi profani, ma di chi si devono fidare i politici?"
- Concezioni
etico-culturali e rapidità dello sviluppo tecnico-scientifico
(Ottobre 2002)
--- Spigolature ---
Richard Feynman, nel
libro "Il
piacere di scoprire" scrive: «Lo scienziato convive quotidianamente con
l'ignoranza, il dubbio e l'incertezza... Noi scienziati ci siamo
abituati e diamo per scontato che sia perfettamente coerente non essere
sicuri, che si possa vivere e non sapere. Ma non so se tutti se ne
rendono conto. La nostra libertà di dubitare è nata da una lotta contro
l'autorità, agli albori della scienza. Una lotta dura e difficile per
conquistarsi il diritto di metter le cose in discussione, di non
accettare certezze, di dubitare. Non dovremmo dimenticarcene o
rischieremo di perdere quello che abbiamo conquistato. La nostra
responsabilità nella società consiste in questo».
Gilberto Corbellini vede come illuminanti le pagine del libro di
Feynman, che «a partire da una prospettiva filosofica tutt'altro che
ingenua, difendono con forza la tesi che solo nell'ambito di un
approccio scientifico si possono dare le condizioni di libertà in grado
di consentire una verifica della validità delle nuove conoscenze e
delle nuove tecniche biogenetiche». [...] Carlo Albero Redi parla della responsabilità dello scienziato, ma prima ancora della
capacità della ricerca scientifica di superare le proprie
incertezze e la necessità di «mettere in campo una chiara
informazione scientifica, per permettere ai cittadini di
esprimersi
liberamente sui vincoli, sulle limitazioni o sulle possibilità
applicative ritenute lecite».
- Chi deve controllare l'informazione scientifica (21 marzo 2003)
--- Spigolature ---
Bill Joy: "Gli scienziati dovrebbero essere tenuti ad assumersi la
responsabilità delle conseguenze che le ricerche possono
provocare: intendo anche la possibilità che si verifichino
incidenti o che certe cose vadano in mano a persone pericolose. Se non
si può bloccare la ricerca sulle biotecnologie, si può
cercare di limitare l'accesso a certe informazioni. Ma devono essere i
biologi a decidere quali aree debbano essere sorvegliate"
- Piero Bassetti, servono regole per gestire il rischio (20 maggio 2003)
--- Spigolature ---
«(Ansa) - Londra, 15 Maggio 2003 - La società moderna
è priva di regole per la gestione del rischio: serve una
struttura che consenta l'individuazione dei diversi ruoli di
responsabilità.
E' il messaggio lanciato ieri sera dal presidente della Fondazione
Giannino Bassetti, Piero Bassetti, intervenuto a Londra su questo tema
con una lezione alla London School of Economics (LSE) dal titolo
"Innovazione, Rischio Sociale e Responsabilità Politica".
«La nostra civiltà è costruita sul rischio.
- ha osservato Bassetti - Dobbiamo prendere consapevolezza di come si
gestisce il rischio sociale». I rischi sociali possono essere
molteplici: dal terrorismo alla nanotecnologia, al cibo transgenico
(Ogm).
Ma il problema, ha sottolineato, «non è come ridurre il
rischio. Il problema è come gestirlo». Per il presidente
della fondazione, infatti, «c'è una mancanza del controllo
del rischio perché le predisposizioni per rendere la
responsabilità chiara non ci sono. Il problema - ha aggiunto -
è creare una struttura che consenta l'individuazione dei diversi
ruoli di responsabilità.»
- Una "Camera Alta" per la responsabilità della scienza. La proposta di Veronesi e le osservazioni di Bassetti (23 maggio 2003)
[ - La proposta di Veronesi e le considerazioni
critiche di Bassetti attorno al ruolo degli esperti scientifici nelle
decisioni politiche e al rilievo politico da dare alle loro indicazioni - ]
- Democrazia e sondaggi. Il "metodo Fishkin" (29 maggio 2003)
[ - Su James Fishkin e la democrazia deliberativa: i sondaggi deliberativi e le conferenze di cittadini - ]
- Scienza e politica: controllo o collaborazione? (24 giugno 2003)
--- Spigolature ---
Di fronte al rischio che
i poteri dell'economia e della scienza possano influire negativamente
sulla ricerca tecnico-scientifica occorre, per Falciasecca, un
intervento dei pubblici poteri. Un intervento, però, basato non
tanto sul controllo, quanto sulla collaborazione: «Ma solo se
comprendono [i politici] a fondo i reali meccanismi di formazione del
consenso scientifico. Nel dibattito tra i ricercatori, ci sono momenti
di discussione quando vecchie teorie mostrano le loro falle o si aprono
orizzonti inattesi. Sono gli stessi esperti del settore che, attraverso
prove ripetute, confronti, giungono piano piano a un assestamento della
conoscenza. E' alla comunità scientifica che occorre
perciò fare riferimento per poter prendere decisioni.»
- Democrazia e OGM: un'intervista alla biologa Mae-Wan Ho (9 luglio 2003)
[ - Il punto di vista di Mae-Wan Ho, biologa e attivista, sul rapporto fra
l'innovazione tecnico-scientifica e la democrazia in due esperienze di
coinvolgimento dei cittadini: una del governo britannico (GM Nation) e un'altra del governo dello
Zambia - ]
- A chi giova la scienza inutile? (11 luglio 2003)
[ -
Un caso di "scienza inutile", citato da Boncinelli, ci obbliga a
riflettere su a chi spetti la responsabilità di individuare la
direzione della ricerca - ]
- Coinvolgere i non esperti? (17 luglio 2003)
[ -
Anna Meldolesi è critica sull'esperienza di coinvolgimento dei
cittadini da parte del governo britannico (GM Nation). Ma da un punto di vista
molto diverso da quello di Mae-Wan Ho (v. sopra) - ]
--- Spigolature ---
«D'accordo, la gente deve avere
voce in capitolo. Ma tanto per cominciare siamo sicuri che abbia
davvero voglia di dire qualcosa?»; «un classico del genere
"scienza e democrazia" [è che] si finge di discutere dei dubbi
della gente comune, mentre in realtà si parla delle tesi dei
gruppi di pressione [...] E poi siamo davvero sicuri che questo genere
di consultazioni siano il sale della democrazia? In questo caso le
persone coinvolte hanno dimostrato di avere le idee confuse al punto da
non distinguere scienza e fiction».
D'altra parte, alla fine del proprio articolo la Meldolesi deve
ammettere che in assenza di appropriati metodi di consultazione
dell'opinione pubblica, il decisore politico opera sotto l'influenza
dei gruppi di pressione, siano essi di derivazione ideologica o
facciano riferimento ad interessi economici. Citazione da
un intervento apparso nel forum recentemente promosso dalla
trasmissione radiofonica di scienza "Il volo delle oche" dedicata al
coinvolgimento dell'opinione pubblica su questioni abbastanza complesse
dal punto di vista tecnico scientifico: «Ma, ora mi chiedo, che
senso ha voler conoscere l'opinione di un ignorante? Ovvero:
perché stare ad ascoltare la voce di un non addetto ai lavori?
Per l'amor d'iddìo, non è che voglia riservare agli happy
few il diritto a manifestare opinioni, solo che preferisco di gran
lunga stare ad ascoltare chi ha scienza e validi argomenti, e a mia
volta eventualmente parlare delle cose di cui mi occupo e che
conosco».
- Democrazia deliberativa: Bosetti, Amato, Enzensberger, Lehmann (29 luglio 2003)
[- Sulla rivista Reset
di Luglio 2003 c'è un dossier che ha come tema la democrazia
deliberativa. Repubblica del 19 luglio riporta un ampio stralcio
dell'articolo del direttore di Reset Giancarlo Bosetti, "Tutti insieme per ragionare appassionatamente" - ]
- Per
una maggior democrazia della scienza ? (26 agosto 2003)
[ - Enrico
Negrotti, in un articolo su Avvenire del 29 luglio 2003 recensisce il
libro di Sheila Jasanoff "La scienza davanti ai giudici" e fa un
riferimento al Libro Bianco sulla Governance della Commissione
dell'Unione europea. In quest'ultimo si trova scritto che
«L'opacità del sistema dei comitati di esperti dell'Unione
e l'assenza di informazione sulle modalità dei loro lavori non
giovano alla percezione che il pubblico ha di queste politiche. Spesso
non è chiaro chi decida effettivamente, l'esperto o chi detiene
autorità politica. Al tempo stesso, un pubblico meglio informato
tende a mettere sempre più in questione la fondatezza della
decisione e l'indipendenza dei pareri degli esperti».
Sheila Jasanoff (che insegna Science and Public Policy alla
Kennedy School of Government della Harvard University), nel suo libro "La scienza davanti ai giudici" sulla
questione "scienza e democrazia" scrive: «Siamo forse tutti d'accordo che i
progressi scientifici vadano realizzati in un quadro di democrazia e
che il potere di condurre indagini scientifiche è una libertà
fondamentale. Tuttavia la scienza negli ultimi due secoli ha avuto così
successo in senso ideologico nel proporre il proprio modello, da avere
perso un'interfaccia istituzionale. E l'istituzione - puntualizza la
giurista - è un modo strutturato per risolvere problemi a livello
sociale» - ]
- Come (non) si parlano scienza e politica (30 agosto 2003)
[ -
Il tema della "scientific governance" ovvero del ruolo degli esperti
scientifici nella formazione delle decisioni pubbliche in varie
materie, dalla salute all'ambiente, alla sicurezza tecnologica - ]
- Tecnologie per la democrazia : intervista ad Alberto Oliverio (3 settembre 2003)
--- Spigolature ---
Di fronte all'innovazione
tecnologica, specialmente nel campo delle scienze della vita, per
Oliverio è fondamentale la presenza di Authority che operino al
di sopra delle barriere ideologiche e l'attuazione di una poltica
dell'informazione chiara e precisa. Inoltre egli ritiene che «[...] nei paesi
industrializzati, le tecnologie della comunicazione, con tutti i loro
difetti, hanno anche enormi pregi, ad esempio consentono al formazione
di reti, di gruppi ecc., il che vuole dire partecipare alla democrazia
in forme nuove»
- Se
la politica invade la scienza (27 settembre 2003)
[ - La scienza sotto assedio: da parte della Politica. Ne parla
Anna Meldolesi - ]
--- Spigolature ---
Nell'articolo "Dr.
Butler, il nuovo «caso Baltimore»", apparso su Il Riformista del 12
settembre, Anna Meldolesi attraverso tre casi esemplari, illustra come
la politica, per i più svariati motivi (lotta al bioterrorismo,
esigenze della sicurezza nazionale, moralizzazione del sistema
scienza), non solo cerca di condizionare la libertà di ricerca, ma
tenta anche di conculcare i diritti civili degli scienziati.
- Comunicazione scientifica e attivismo politico (1 ottobre 2003)
--- Spigolature ---
Se la "scientific
governance" riguarda il ruolo degli scienziati in tema di decisioni
pubbliche, non possiamo non prendere in considerazione il modo in cui
un ricercatore comunica i risultati del proprio lavoro. Infatti ogni
volta che uno scienziato si esprime attraverso una rivista
specializzata non solo fa opinione verso il grande pubblico, ma,
probabilmente proprio perchè fa opinione, influenza le decisioni
politiche in tutti quei settori della vita pubblica che sono toccati
dalle sue ricerche.
- Quando la politica vuol fare scienza (21 ottobre 2003)
--- Spigolature ---
Anna Meldolesi, nell'articolo "Lo zar della
bioetica che comanda a Bruxelles" (Il Riformista del 10 ottobre
2003): «Queste intrusioni dell'Europarlamento in questioni puramente
scientifiche, per di più con toni tanto perentori, spingono
l'eurodeputato Ds Massimo Carraro a dire che "siamo di fronte a un
precedente pericoloso e che a forza di seguire Liese si rischia di
tornare a Lysenko"».
[...] Se per un verso è legittimo che i politici si interroghino sui
risvolti etici delle loro decisioni, è per lo meno discutibile
che queste si possano giustificare riferendosi ad una
oggettività scientifica che molte volte non esiste.»
[...] la ragione scientifica, con tutti i suoi distinguo e le sue
incertezze, viene strumentalizzata in funzione della ragione politica.
- Dalla democrazia di Pericle ai "sondaggi deliberativi" (4 dicembre 2003)
[ - Democrazia diretta e democrazia deliberativa - Considerazioni, anche critiche, sui sondaggi deliberativi - ]
--- Spigolature ---
Il quesito che
l'articolo di Hansen pone è se, attraverso le nuove tecnologie
dell'informazione, sia in qualche modo possibile introdurre in contesti
sociali completamente diversi da quelli dell'Atene di Pericle
efficienti modelli di democrazia diretta.
- Che cos'e' la "democrazia deliberativa" (9 dicembre 2003)
[ - Piero Bassetti sulla democrazia deliberativa - ]
--- Spigolature ---
«Si
prendano ad esempio i sempre più numerosi temi di rilievo
pubblico emergenti in materia di ricerca scientifica e innovazione
tecnologica. Su questi temi, per varie ragioni, i cittadini ormai non
si sentono sufficientemente rappresentati dai tradizionali processi che
legano esperti scientifici e decisori politici. [...] Per intercettare
questa domanda di coinvolgimento, sono nate in vari Paesi numerose
iniziative che discendono più o meno direttamente dal modello
danese della 'consensus conference': un gruppo di cittadini, sentiti
una serie di esperti tali da rappresentare diverse posizioni, formula
le proprie raccomandazioni in vista di una decisione politica. In vari
Paesi questi modelli hanno consentito di superare o prevenire conflitti
in materia di innovazione che avrebbero altrimenti rischiato di
paralizzare l'agenda pubblica.
[...] il problema a cui [i sondaggi deliberativi]
tentano di rispondere [è] l'esigenza, soprattutto sui nuovi e
profondi dilemmi posti dalla scienza, di trovare nuove procedure di
decisione politiche che possano essere riconosciute dai cittadini come
adeguate, accettabili e trasparenti.»
- Rassegna stampa sulla conferenza che Bruno Latour ha tenuto a Milano il 17 novembre 2003 (11 dicembre 2003)
--- Spigolature ---
«L'innovazione tecnologica non è asettica, proprio
perché aiuta a modellare con decisione il mondo in cui viviamo:
l'attribuzione di responsabilità quindi non può
prescindere dal controllo democratico.»
«Per evitare di subire mestamente un percorso già segnato
da un'élite, secondo Latour lo slogan oggi deve essere
attualizzato: "nessuna innovazione senza rappresentanza"»
«Forse è il procedere senza dogmi ma alla ricerca di una
verità non preconcetta, la regola che la politica può
mutuare dalla scienza, fa capire Latour. Ricordando che il principio di
precauzione adottato dai Paesi europei può essere proprio il
nuovo modo di essere all'interno dell'Europa.»
«E' possibile applicare i dettami del glocal (decentramento,
reti, pari opportunità), che indicano in una governance
decentralizzata il superamento di politiche (anche scientifiche)
centralistiche e "senza volto" o senza responsabilità, a quel
delicatissimo contesto in cui gli attori della scienza incontrano
quelli della politica?»
- Perché l'opinione pubblica diffida degli OGM (9 agosto 2004)
--- Spigolature ---
Di fronte all'emergere di nuovi temi ad elevata complessità come
le biotecnologie, i tradizionali meccanismi di rappresentanza
democratica e di decisione politica appaiono ai cittadini inadeguati,
poco trasparenti e soprattutto incapaci di gestire una scienza che ai
loro occhi ha perso le caratteristiche di indipendenza,
imparzialità e coesione interna.
- Governance
della ricerca scientifica: "inserire nella procedura le preoccupazioni
del pubblico" (14 settembre 2004)
[ - Connecting science with people: il Festival della Scienza
britannico - ]
--- Spigolature ---
Professor Dame Julia
Higgins, presidente della "British
association for the advancement of science: «Non possiamo lanciare un
referendum per
ogni nuovo progetto di ricerca da finanziare, [ma] mi sembra che
dobbiamo comunque trovare nuove strade per inserire nella procedura
le preoccupazioni del pubblico e incoraggiare dibattiti seri su
problemi scientifici seri, in modo che il suo punto di vista possa
essere tenuto in conto nelle decisioni - sia politiche che commerciali
- approvate in suo nome».
- Chi decide? e per chi? (18 ottobre 2004)
--- Spigolature ---
Ernesto Galli Della Loggia: «come
scegliere? In base a quale criterio? In altre parole, e in generale:
è lecita o no una discussione pubblica sulla scienza e sui suoi
effetti sociali? E si può parlare della scienza a prescindere
dal suo proprio punto di vista o di quello di coloro che, per essere
addetti ai lavori, pretendono che la propria opinione abbia un valore
superiore a quella dei profani?»
- Conoscere (e coinvolgere) per deliberare (6 dicembre 2004)
--- Spigolature ---
«Di fronte a problematiche che, per la loro complessità e
natura, come quelle legate all'innovazione biotecnologica, investono
trasversalmente il sistema di credenze dei singoli cittadini emerge la
difficoltà dei metodi della democrazia rappresentativa ad
elaborare decisioni sufficientemente condivise.»
Di qui l'importanza di progetti, come "Partecipazione Pubblica e Governance dell'Innovazione",
che riescono a coinvolgere «varie categorie di soggetti,
imprenditori, scienziati, policy makers, associazioni di consumatori,
associazioni ambientaliste e cittadini, interessati a vario titolo al
tema dell'innovazione.»
- I responsabili della ricerca scientifica: scienziati o politici? (30 marzo 2005)
--- Spigolature ---
Lewis Wolpert (Anatomy ad Development Biology Department dell'University College di Londra): «A
tutti coloro che nutrono dubbi nella capacità dei politici e
dell'opinione pubblica di prendere decisioni giuste riguardo alla
scienza e alle sue applicazioni, raccomando vivamente di fare
riferimento a Thomas Jefferson: "Non conosco nessun miglior depositario
dei poteri supremi di una società all'infuori del popolo stesso,
e se non lo giudichiamo sufficientemente illuminato da esercitare
questo controllo con rettitudine, il rimedio non sta nel negarglielo,
ma nell'orientarlo nella giusta direzione"»
- Basta un giuramento per la scienza? (16 aprile 2005)
[ - Ha senso trasfondere in una sorta di giuramento ippocratico la responsabilità morale dello scienziato? - ]
--- Spigolature ---
«La
governance della scienza si gioca sull'equilibrio, non sempre pacifico
e lineare, fra diversi soggetti: gli scienziati, l'opinione pubblica e
i decisori politici. Rompere questo equilibrio non credo che giovi
né alla scienza né alla società. D'altra parte, lo
stesso giuramento di Ippocrate non fa del medico l'unico decisore del
bene del paziente, ma solo un interlocutore privilegiato, come
dimostrano le affermazioni della bioetica relative al principio di
autonomia e alla prassi del consenso informato.»
- Il mercato di fronte all'innovazione. Intervista a Piero Bassetti (27 aprile 2005)
[ - Fino a che punto il mercato può essere un buon giudice dell'innovazione? - ]
- Principio di precauzione. Strumento della scienza o del diritto? (7 giugno 2005)
[ - Il Principio di precauzione nel mirino - ]
--- Spigolature ---
«Si tratta di un principio che legittima l'arbitrarietà nelle scelte
politiche su materie controverse»; «Chi controllerà il controllore nel gioco
infinito del rilancio di un principio di precauzione divenuto muro di
gomma di interessi non abitati in comune?»
«Il libro di Luca Marini "Il
principio di precauzione nel diritto internazionale e comunitario.
Disciplina del commercio di organismi geneticamente modificati e
profili di sicurezza alimentare" ricostruisce del Principio di
Precauzione opportunamente ed esaustivamente le origini e il modo di
funzionare, sviscerando le complesse interazioni tra scienza,
etica, politica e comunicazione che alimentano le controverse
interpretazioni di un principio che troppo spesso veicola solo
irrazionalismo antiscientifico o il paternalismo etico-politico.»
- Scienziati come testimonial politici (7 giugno 2005)
--- Spigolature ---
Galli Della Loggia: «Attribuire
[...] uno spazio esorbitante all'opinione degli "esperti",
significherà semplicemente [...] contribuire a una
deresponsabilizzazione etica-politica dei cittadini dalla quale la
democrazia non ha nulla da guadagnare.»
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Governance dell'innovazione scientifica e tecnologica: decisioni politiche [24/09/05]
( 23 Agosto 2005 )
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Aggiornamento del 6 settembre 2005: Vai
Aggiornamento del 24 settembre 2005: Vai
Nel blog di Daniele Navarra, "Innovation, Risk and Governance", è stato affrontato di recente il tema del rapporto fra Politica e Scienza. Con i tre articoli intitolati...
- The democratic responsibility of scientific power
- On the governance of scientific innovation (part 1)
- On the governance of scientific innovation (part 2)
... Navarra accompagna il lettore in una riflessione che segue la
prospettiva della gestione democratica del potere intercorrente fra tre
poli ideal-tipici: quello della Politica, quello della Scienza e quello
della Tecnologia.
Sui contenuti dei tre articoli, nel blog "Tout se tient" si trovano alcune mie annotazioni che preludono a un dialogo con Navarra.
Aggiornamento del 6 settembre 2005:
Aggiornamento del 24 settembre 2005:
L'argomento della governance dell'innovazione scientifica e
tecnologica, con particolare riferimento alle decisioni politiche, al coinvolgimento in esse degli esperti scientifici e
alla partecipazione del pubblico, trattato da Navarra appunto nei
tre articoli, fa da sfondo a molti documenti pubblicati nel sito della
Fondazione Bassetti. Inoltre, ci sono alcuni punti del sito che possono
essere considerati come snodi dai quali raggiungere i testi sul tema.
Suggerisco di vedere le seguenti voci degli Indici degli argomenti:
[*] In indice Agosto 2003 - Agosto 2004
[**] In indice Agosto 2002 - Agosto 2003
... nonché...
[*] Si raggiunge dall'indice Agosto 2002 - Agosto 2003 cliccando su "Innovazione, rischio sociale e responsabilità politica"
[**] Si raggiunge dall'indice Luglio 2000 - Agosto 2002 cliccando su "Scienza, politica e società (nel Percorso 'Authority e libertà della ricerca')"
[***] Si raggiunge dall'indice Luglio 2000 - Agosto 2002 cliccando su "Scienza, politica e società (nel Percorso 'Jacques Testart e il Principio di precauzione')"
I testi indicati qui di seguito sono un'utile
integrazione alla lettura dei tre articoli di Navarra e delle mie
annotazioni.
- "Scientific Governance" (Redazione FGB, pubblicato in questa sezione il 16 settembre 2003)
- "Gli esperti, la scienza e la legge" (Jacques Testart, "Il Manifesto", Settembre 2000, traduzione italiana dell'articolo pubblicato su "Le monde diplomatique")
- "L'intelligenza scientifica e la democrazia partecipativa" (Jacques Testart, "Il Manifesto", Febbraio 2005, traduzione italiana dell'articolo pubblicato su "Le monde diplomatique")
- "Jacques Testart e il Principio di precauzione"
(già indicato sopra, pubblicato nel sito FGB nel Maggio 2001,
composto da citazioni tratte dall'articolo "Gli esperti, la scienza e
la legge")
- "L'onorevole non crede alla scienza" (Riccardo Viale, "Il Sole 24 Ore", 11 febbraio 2001)
- "Scienza e politica, dialogo fra sordi" (Riccardo Viale, "La Stampa" del 6 agosto 2003)
- "Come (non) si parlano scienza e politica" (Vittorio Bertolini, Rassegna stampa nel sito FGB, 30 agosto 2003)
Numerose Rassegne stampa pubblicate in questo sito, a cura di Vittorio Bertolini, forniscono molteplici spunti critici sul tema della governance dell'innovazione scientifica e tecnologica, con particolare riferimento all'aspetto della partecipazione degli esperti scientifici alle decisioni politiche. Le indico nel post seguente.
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