30.11.05 |
Ottavio Missoni: un cinquantennio di vita a zig-zag | |
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Tanto per iniziare devo dire che non ho nessuna parentela né con il mondo dell'industria né con quello della moda, nel senso che non ho fatto studi specifici, anzi, per la verità io di studi non ne ho fatto nessuno! E' vero! Anche perché mia mamma a scuola non mi mandava, perché lei era convinta che a svegliarmi così presto alla mattina sarei diventato nervoso. Mia mamma mi lasciava dormire, è vero, però - da sveglio - sono arrivato alle Olimpiadi di Londra! Gran parte della mia giovinezza l'ho dedicata allo sport: da ragazzo ero svelto a correre. Chi arrivava primo? Arrivavo sempre io! A 16 anni, nel 1937, all'Arena di Milano io ho battuto gli Americani facendo un tempo di 48 secondi e 8 decimi sui 400 metri piani: non si può parlare di primato, ma si può dire che ancora oggi è la migliore prestazione italiana per un sedicenne. Io torno in Italia alla fine del 1946. Il nostro campo era il 305 ed era il campo dei co-belligeranti e fu l'ultimo ad essere smobilitato. La guerra era già finita da tempo, ma all'epoca non c'erano le crociere Costa, man mano gli inglesi ci imbarcavano dall'Australia, dal Sudafrica, dall'India. A noi per ultimi. Tornato in Italia nel settembre del 1946 ripresi piano piano l'attività sportiva e sorprendentemente dopo 5 anni di inattività agonistica nel 1948 ero finalista all'olimpiadi di Londra nella 400 metri ad ostacoli. Poi mi sono improvvisato - e si fa per dire - notissimo stilista del mondo della moda! Ma torniamo alla maglia: tutto nasce a Trieste con un incontro puramente casuale con una macchina di maglieria. Ho un amico che si chiama Giorgio Oberweger, il nostro commissario tecnico, che aveva a Trieste una mamma e una zia e proprio questa zia aveva una macchina da maglieria. Io ho visto questa macchina a mano che mi ha affascinato e abbiamo comprato un'altro paio di macchine da maglieria e abbiamo fatto società con Giorgio. Eravamo due presidenti e la zia, ma il problema era: chi lavorava? Allora abbiamo assunto suo cugino per farlo lavorare. A Londra ho conosciuto la mia attuale sposa, la Rosita, che aveva 16 anni. Mi ha visto correre la finale e ci siamo sposati nel 1953. Nel 1953 nasce quella che tuttora è la nostra attività e dico "nostra" perché anche in seguito si parlerà sempre de "I Missoni". L'arte del tessere è antichissima e sono sempre stato affascinato da queste arti primitive e popolari. E a questo proposito vi racconto un piccola storiella: una volta ero a Venezia con un gruppo di architetti e c'era anche Marco Zanuso che mi passa una penna perché dovevo prendere degli appunti e io riconosco che questa penna era disegnata da lui e gli faccio i complimenti. E lui mi dice "Guarda, questa penna l'ho disegnata vent'anni fa e me l'hanno copiata tutti". E io gli ho riposto: "Ma lo dici a me che è da tremila anni che sulla fascia delle Ande mi copiano!". All'inizio eravamo diventati famosi per le righe e con le righe abbiamo fatto tutte le acrobazie possibili: la verità è che in quel periodo avevamo delle macchine molto semplici che potevano fare solo righe, poi naturalmente le righe potevano essere verticali, orizzontali, abbiamo tirato anche la riga in diagonale. Poi avevamo delle macchine che potevano fare lo zig-zag, allora siamo stati quelli dello zig-zag, poi ci sono state macchine che potevano fare contemporaneamente righe orizzontali e verticali e così abbiamo fatto lo scozzese. Abbiamo iniziato nel 1953, ora siamo nel 2005, è una storia abbastanza lunga che io amo definire un "cinquantenario di vita a zig-zag". |
Propongo a chi è interessato la seguente bibliografia inerente ai temi trattati durante l'incontro con Ottavio Missoni.
ABRUZZESE A.- BARILE N., (a cura di), Communifashion, Sossella, 2001
BARILE N., Manuale di comunicazione, sociologia e cultura della moda - Volume II, Moda e stili, Meltemi, 2005
BATAZZI M., Quale innovazione nel settore pelle : un'indagine sulla domanda d'innovazione nelle imprese del settore pelletteria dell'area fiorentina, Franco Angeli, 2005
BUCCI A., L'impresa guidata dalle idee, Domus Academy, 1992
CALANCA D.,Storia sociale della moda, Mondadori, 2002
CANTONI L., Fashion on-line. Come utilizzare il web per dare valore aggiunto alle aziende della moda Fanco Angeli, 2003
CODELUPPI V., Che cos'è la moda, Carocci, 2002
CORBELLINI E.- SAVIOLO S., La scommessa del made in Italy e il futuro della moda italiana, Etas Libri, 2005
CRANE D., Questioni di moda. Classe, genere e identità nell'abbigliamento, Franco Angeli, 2004
FOGLIO A., Il marketing della moda. Politiche e strategie di fashion marketing, Franco Angeli, 2002
ENTWISTLE J., The fashioned Body. Fashion, dress and modern social theory, Polity Press, 2000
FORTUNATI L.- DANESE E., Manuale di comunicazione, sociologia e cultura della moda, Volume III. Il made in Italy, Meltemi, 2005
GNOLI S., Un secolo di moda italiana, Meltemi, 2005
LA ROCCA S. - MAZZOLA P., Le imprese basate sulla creatività artistica, Franco Angeli, 1992
MAIZZA A., Marca e comunicazione nella gestione delle imprese dell'abbigliamento, Cacucci, 2002
MAYNARD M., Dress and Globalisation, Manchester University Press, 2004
MARCHETTI M.C., Manuale di comunicazione, sociologia e cultura della moda, Meltemi, 2005
NENCINI C., Moda e innovazione tecnologica. Nuove strategie di marketing: dall'idea allo sviluppo di prodotti innovativi attraverso cinque case history di successo, Franco Angeli, 2002
RUGGERONE L., (a cura di), Al di là della moda. Oggetti, storie, significati, Franco Angeli, 2001
SAVIOLO S.- TESTA S., Le imprese del sistema moda, Il management al servizio della creatività, Etas Libri, 2000
SAVIOLO S.- TESTA S., Strategic Management in the Fashion Companies, Etas, 2002
SEELING C., Moda. Il secolo degli stilisti 1900-1999 Konemann, 1999
SEGRE REINACH S., La moda. Un'introduzione, Laterza, 2005
SORCINELLI P., Studiare la moda. Corpi, vestiti, strategie, Mondadori, 2003
SORCINELLI P.- PRONI G.- MALFITANO A., (a cura di), Studiare la moda, Mondadori, 2002
SQUICCIARINO N., Il vestito parla. Considerazioni sociopsicologiche sull'abbigliamento, Armando, 1990
STEELE V., 50 Years of Fashion, Yale University Press, 1997
VOLLI U., Block Modes. Il linguaggio del corpo e della moda, Edo Lupetti, 1998
WHITE N., Reconstructing Italian Fashion, Berg, 2000
WILSON E., Adorned in dreams, Fashion and modernity, I.B. Tauris, 2003
Missoni,una casa di moda ormai affermata nel mondo del Fashion eppure il fondatore racconta la sua storia come se tutto fosse nato per gioco,per un puro incontro con una macchina per maglieria.
Si scopre che dietro le righe, i zig-zag,che contraddistinguono questa marca non c'è nulla di pianificato ma bensì tutto era collegato a delle semplici macchine che potevano solo fare quella tipologia di disegno.
E' bello incontrare persone come Missoni,che nonostante il grande successo riscosso racconta tranquillamente la sua vita senza nascondere ne le debolezze,la sua pigrizia, ne le gioie.
Un imprenditore attento e coraggioso:queste sono le parole che meglio possono descrivere lo stilista Missoni.
Le sue esperienze di vita sono state alla base della sua attività imprenditoriale, che lo ha portato a creare Innovazione "senza saperlo".
L'innovazione creativa, come già sottolineato dal dott.Bassetti, parte dall'unione di creatività,lavoro e tecnologia:l'imprenditore Missoni è riuscito a fondere la creatività "delimitata" dalle capacità delle tecnologie utilizzate con un duro lavoro di esperimenti,ricerca e recupero delle tradizioni. In sintesi, si può ritenere che il successo "Missoni" è dovuto alle sperimentazioni di materiali, fantasie e colori che hanno reso grande il nome di questo stilista nel mondo.
Ottavio Missoni presenta la sua innovazione creativa come disponibilità totale ad affrontare i problemi del day by day. Secondo Missoni infatti, giorno dopo giorno, nasce il prodotto.
Definisce la moda, il suo settore, come un settore dove l'abito rappresenta un oggetto qualsiasi. La ricetta del prodotto infatti si sviluppava attorno a due semplici elementi: la materia ed il colore. Nasce la codifica missoni del put together.
Definisce la sua attività fatta di poco lavoro ma contemporaneamente di tanto mestiere, cuore e passione, in un settore dove la moda in continua evoluzione si differenzia dal costume.
Distingue due tipologie di innovazione: la prima di tipo competitivo dalla quale si dissocia dove il vincitore propone al consumatore un prodotto ad 1 lira in meno; la seconda, dove l'imprenditore offre un prodotto diverso a una lira in più.
L'innovazione infine secondo Missoni non può essere solo artistica e prescindere dalla componente tecnica-qualitativa del prodotto. Missoni si definisce artista e meccanico contemporaneamente.
Ottavio Missoni secondo me è la rappresentazione di come l'intuizione, la spontaneità, la semlicità,la cretività e il divertimento nell'approccio al lavoro possono diventare un fattore critico di successo. L'innovazione che il marchio Missoni è riuscito a portare all'interno dell'alta moda è formata da molti componenti che derivano non solo da una spiccata propensione all'imprenditorialità (non al lavoro)ma anche e soprattutto, dal riuscire a prendere spunto dalle molteplici esperienze della vita, sia belle che brutte, e da tutto ciò che al mondo può essere d'ispirazione alla creatività come l'arte e la letteratura.
L'innovazione che porta Missoni nella moda è un innovazione di gusto, di stile, di capacità superiore nel utilizzare i macchinari e selezionare materiali.
Missoni non inventa un prodotto che prima non esisteva ma ne migliora uno antichissimo modellandolo a suo gusto, portando i colori a fondersi uno con l'altro in righe e zig zag.
Penso che la sua innovazione stia nel fatto che un capo Missoni si distingue da qualsiasi altro capo.